25 luglio 2011 ore: 17:04
Immigrazione

Milano, i 1.300 imprenditori musulmani si preparano al Ramadan

Impresecoinvolte su due fronti: come fedeli che partecipano alle festività e come erogatori di servizi per gli altri membri della comunità. Così gli alimentari cambiano orari di apertura, mentre i negozi d'abbigliamento preparano vestiti per la comunità
Ramadan uomo in preghiera

Ramadan uomo in preghiera

MILANO - Manca una settimana al primo agosto, data in cui quest'anno ha inizio il mese di digiuno sacro ai fedeli musulmani: il Ramadan. Gli imprenditori islamici di Milano si preparano all'evento, ognuno contribuendo come può alla buona riuscita della festa. 
In città le imprese gestite da imprenditori islamici sono 1.311, concentrate soprattutto nella zona Nord-Est. Dopo il “quadrilatero della moda”, Milano oggi ha anche un “triangolo islamico” tra viale Monza, via Padova e via Crespi, dove si concentrano 215 ditte tra alimentari, ristoranti, negozi di abbigliamento e calzature, macellerie e bar. A seguire, la zona di Inganni, che conta 65 “aziende musulmane”. 
 
Le imprese sono coinvolte su due fronti: da un lato, come fedeli che partecipano alle festività e dall'altro come erogatori di servizi per gli altri membri della comunità. Così, i negozi di alimentari cambieranno l'orario di apertura e di chiusura per dare da mangiare ai fedeli dopo che è calato il sole, mentre chi vende abbigliamento o oggettistica garantirà ai credenti vestiti cuciti apposta per la festa di Id al-fitr (“festa dell'interruzione”) con cui si rompe il mese di digiuno, che quest'anno cade il 29 di agosto.
 
La mappa svela che l'esercizio commerciale più diffuso tra i musulmani è la bancarella ambulante  per la vendita di vestiti (677 nella sola Milano, con 36 negozi di vendita al dettaglio, mentre se si considera la Provincia si sale fino a 1.050 ambulanti e 47 negozi), la metà del totale di ambulanti milanesi. Si parla arabo anche in 50 ristoranti cittadini, 518 compreso l'hinterland e in 153 alimentari. Sono soprattutto gli egiziani, pari al 5,9% degli immigrati in Lombardia, i titolari delle imprese straniere (4.783, 315 in più dello scorso anno), seguiti dai marocchini (1.679 rispetto ai 1.544 del 2010), che sono però il 10,6% degli stranieri in Lombardia. Terza piazza per il Bangladesh, che conta 832 titolari d'impresa a Milano nel 2011, a fronte di 701 nel 2010 e ha una popolazione solo dell'1,6% in regione. (Lorenzo Bagnoli)
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