Droghe, Fict: "Il contrasto non diventi mera repressione"
ROMA - Bene il ruolo di cabina di regia per il Dipartimento politiche antidroga, ma il contrasto al fenomeno degli stupefacenti “non diventi una mera repressione”. Alle prime dichiarazioni sul tema droghe del ministro per la Famiglia e le Disabilità, Lorenzo Fontana (a cui è stata affidata anche la delega alle droghe) risponde Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict). Nel corso di un’audizione in Commissione Affari sociali, infatti, il ministro Fontana ha affermato che, riguardo agli stupefacenti, “il rilancio delle misure di contrasto è la nostra priorità”. Per Fontana “è chiara l'insufficienza dell'approccio tradizionale al fenomeno e la connessa necessità del rafforzamento del coordinamento dell'attività informativa volta sia al tempestivo aggiornamento delle tabelle relative alle sostanze stupefacenti sia ad un efficace trattamento dei danni provocati”. Il ministro con delega alle droghe ha inoltre sottolineato l’importanza di rafforzare le sinergie con i territori e di consolidare il Dipartimento antidroga facendolo diventare “una vera e propria cabina di regia”.
Sulle politiche di contrasto, il presidente della Fict, mette in guardia: “Il fatto che ci sia un adeguato contrasto alle dipendenze è fondamentale anche per noi, l’importante è che non diventi mera repressione. Non serve a nulla se non a colpire ulteriormente le vittime, lasciando ampio spazio ai carnefici, come è sempre stato in passato. Quello di cui c’è veramente bisogno in questo momento è di riavviare il dibattito sulle dipendenze e sedersi attorno ad un tavolo con tutti gli attori istituzionali e non”. Sono diversi anni, infatti, che le organizzazioni che si occupano di dipendenze lamentano un’assenza della politica e delle istituzioni. “Va benissimo rinforzare il dipartimento politiche antidroga rendendolo una cabina di regia a livello nazionale - aggiunge Squillaci -, l’importante è che si vada nella direzione di far sedere finalmente tutti gli attori attorno ad un tavolo. Ormai da nove anni tutti vanno come cani sciolti in giro per l’Italia. L’urgenza è quella di ricostruire il sistema”. Per Squillaci, inoltre, bisogna tornare a investire "sia in termini di prevenzione, che in termini di riabilitazione - aggiunge -. Soprattutto, bisogna costruire un sistema che sia effettivamente rispondente a quelli che sono i nuovi bisogni, come ad esempio il mondo delle dipendenze comportamentali, senza sostanza”.
Il pilastro della normativa antidroga, infatti, ad oggi è ancora il Dpr 309 del 1990. Una legge che risale ormai a ben 28 anni fa. “Abbiamo una legge vecchia e un sistema fondato sulla questione eroina - spiega Squillaci -. Oggi le dipendenze sono tutt’altro. Il fenomeno si modifica quasi quotidianamente e noi siamo ancora dietro a situazioni che andavano bene negli anni 80, ma sicuramente non vanno più bene oggi”. Per il presidente della Fict, quindi, oggi occorre avviare prima di tutto un confronto ampio sul fenomeno. “La cosa importante è rimettere in movimento la macchina - spiega Squillaci -. Chiamare tutti gli attori del sistema e ricominciare a lavorare. Sono 9 anni che siamo fermi”. L’ultima e movimentata Conferenza nazionale, infatti, risale proprio a nove anni fa. Si è tenuta a Trieste sotto la guida Serpelloni e Giovanardi. Da qual momento ad oggi, della Conferenza non se n’è più parlato, nonostante la legge imponga ai governi di organizzare una Conferenza ogni tre anni. Per questo, Squillaci auspica che al più presto possano partire i lavori preparatori. “La conferenza serve per riscrivere il sistema, raccogliere bisogni e necessità dagli operatori del sistema per provare a ricostruire un’azione che abbia un risultato normativo - spiega -. Il lavoro preparatorio è fondamentale e auspichiamo al più presto l’avvio dei lavori preparatori”.
Anche Sergio D’Egidio, presidente di Federserd, la Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze, torna a chiedere a gran voce la Conferenza nazionale, commentando le dichiarazioni del ministro Fontana. “È assolutamente necessario rilanciare, nelle forme previste dalla legge 309/90, il Dipartimento politiche antidroga - spiega D’Egidio -, rifacendo subito la Conferenza nazionale e la Consulta degli operatori". Per D'Egidio, inoltre, è fondamentale, rispetto alle attività di cura, "rimettere al centro di tutto il servizio pubblico che è piegato in due dalla carenza di risorse e di personale e rimetterlo in condizione di offrire delle risposte necessarie ai bisogni dei territori”. Rispetto alle misure di contrasto, per D’Egidio occorre prima di tutto intervenire sul “grande traffico e spaccio della criminalità organizzata”. In attesa di buone nuove sulla Conferenza nazionale, però, l'annuale Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze è già fuori tempo massimo. Per D’Egidio, però, serve una riflessione anche su questo. “La relazione, così com’è scritta nel Dpr 309/90, deve vedere un protagonismo anche delle regioni - puntualizza il presidente di Federserd -. Il mancato coordinamento iniziato con Giovanardi-Serpelloni ha distrutto questo rapporto e le Relazioni al Parlamento ne hanno sofferto in maniera indicibile. La relazione deve servire per dare al politico informazioni utili per fare le leggi. Non c’è nulla in queste ultime relazioni che sia utile allo scopo. Male che vada dà qualche numero in maniera pressapochista e non dà nessuna indicazione di qualità del sistema”.(ga)