Emergenza profughi, l'ex Cie di Milano diventa centro di accoglienza
Il Centro d'identificazione ed espulsione di via Corelli
Il Centro d'identificazione ed espulsione di via Corelli |
MILANO - La struttura è sempre la stessa. Cinque sezioni da 28 posti con stanze da quattro letti ciascuna. Più altri 15, ancora da montare, per i minori. Nelle stanze, i letti sono inchiodati a terra, vista l'esperienza del vecchio Cie. La struttura è stata data alle fiamme diverse volte, come ricordano gli operatori più storici. Il Centro d'identificazione ed espulsione di via Corelli riapre ufficialmente i battenti, in versione centro d'accoglienza da 155 posti. Le porte resteranno aperte, a differenza di prima. Ma le gabbie, le inferriate, quelle ci sono ancora. La convenzione dura fino a dicembre, poi si vedrà. "Dedichiamolo ancora all'accoglienza dei profughi durante l'Expo, mesi nei quali Milano non puó presentarsi con una situazione disordinata", dichiara l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino.
Si attendono le prime 50 persone, soprattutto famiglie. Avranno anche uno screening medico e la possibilità di rivolgersi ad un ufficio legale. Gli operatori all'interno della struttura sono circa 30, 24 ore su 24. Alcuni di loro sono ex operatori della Croce rossa. I profughi, dichiarano gli operatori, saranno solo identificati con nome e cognome, non fotosegnalati. Ieri notte erano 672 i siriani accolti a Milano.