8 febbraio 2018 ore: 09:57
Non profit

Giovani, al servizio civile si arriva principalmente con il passaparola

Terzo approfondimento sull’indagine condotta da Arci Servizio Civile su 1.830 giovani. Sono gli stessi ragazzi a farsi ambasciatori della validità del servizio civile. Al secondo posto si piazza la rete: i giovani cercano da soli su Internet le informazioni. Per loro il servizio rappresenta Collaborazione, solidarietà e altruismo
Servizio civile giovani stranieri

- ROMA - Arci Servizio Civile (ASC), la più grande associazione di scopo italiana dedicata esclusivamente al servizio civile nazionale, continua il suo approfondimento sui dati raccolti attraverso un monitoraggio interno, curato da Elisa Simsig, sui suoi 1.830 giovani attivi attualmente in progetti di servizio civile in Italia e all’estero.
Dopo un primo focus dedicato all’identikit dei volontari, ed un secondo che approfondiva il loro rapporto con il mondo del Terzo settore, questa terza analisi ha indagato soprattutto i canali informativi, attraverso i quali si reperiscono informazioni sul servizio civile, e le motivazioni dei giovani.

Dalle risposte dei giovani volontari emerge come il canale informativo più utilizzato e accreditato è il passaparola. “Sono gli stessi ragazzi – spiega ASC - a farsi ambasciatori della bontà e della validità del servizio civile. Al secondo posto si piazza la rete: i giovani cercano da soli su Internet le informazioni di cui hanno bisogno. Un ruolo rilevante, ma non primario, lo svolgono anche le sedi locali e nazionale di ASC, nonché il Bando stesso”. E se vogliono approfondire? “Il primo sito consultato è www.arciserviziocivile.it, che quasi doppia il sito dell'Ufficio nazionale www.serviziocivile.it, e che ogni anno cresce del 2-3% di visite in più”. “Manca però – denuncia l’Associazione - un'informazione istituzionale di sistema: sono i giovani e le organizzazioni a farsi carico della loro capillare diffusione”.

In questo focus Asc ha anche approfondito le motivazioni che portano i giovani a scegliere il servizio civile, che secondo i dati riportati restano sostanzialmente invariate dal 2009: esperienza di crescita (23%), momento formativo (15%), nuove esperienze (12%), azione altruistica (11%), far ciò che piace (7%), mettersi alla prova (5%). Le motivazioni più “materiali”, come “guadagnare qualcosa” ed “entrare nel mondo del lavoro” sono indicati rispettivamente dal 18% e dal 10% dei ragazzi, in calo rispetto ai precedenti monitoraggi. “Non sono pochi – si legge nella ricerca -, ma va ricordato che anche queste sono aspirazioni legittime, anche considerando il quadro delle opportunità occupazionali dei giovani in questa fase storica”. Le motivazioni di crescita sono tipiche soprattutto dei maschi e dei 26-29enni, quelli più giovani indicano maggiormente le ragioni altruistiche.

Per i volontari di ASC inoltre il servizio civile rappresenta, come valore, la “collaborazione” per il 44% di loro, seguita dalla “solidarietà” (28%), “altruismo” (15%), seguiti da “rispetto dell'ambiente, legalità, pacifismo, lealtà”. E nonostante sia tra i temi delle campagna elettorale in corso, secondo quanto segnalano i giovani stessi, il dibattito sul servizio civile volontario/obbligatorio non sembra suscitare in loro interesse, anche se poi a larghissima maggioranza si dichiarano a favore della sua forma volontaria.
Ricordiamo come ASC è anche l'unica associazione ad avere disponibili le serie complete di dati, approfondimenti ed analisi sui giovani in servizio civile a partire dal 2009. Si tratta di un universo di quasi 11.000 giovani.
I dati completi del rapporto di monitoraggio sono disponibili al link https://goo.gl/ndVZL9. (FSp)

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