Migranti, nasce centro Sprar ad Arezzo
- FIRENZE - Vengono da Nigeria, Mali, Ghana, Gambia, Sierra leone, Senegal e Guinea. Si sono lasciati alle spalle storie fatte di odissee interminabili. Sono i 25 uomini, donne e bambini inseriti nel nuovo progetto per l’accoglienza e l’integrazione di migranti richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) in provincia di Arezzo gestito da Oxfam. Un’iniziativa che secondo il modello di accoglienza diffusa in piccoli centri - realizzato da Oxfam già in altre città toscane - li vedrà inserirsi sempre di più, giorno dopo giorno, grazie a tante attività e progetti di formazione scolastica e lavorativa in quattro comuni della provincia di Arezzo, che hanno aperto loro le porte: Castiglion Fibocchi (capofila del progetto), Capolona, Pergine Valdarno e Laterina.
Tra loro, ragazzi come Moses, operatore umanitario, che dopo aver denunciato l’orrore delle mutilazioni genitali femminili nel proprio paese, la Sierra Leone, è stato costretto a scappare da un giorno all’altro verso la Libia, dov’è rimasto intrappolato per quattro mesi senza un motivo. Per poi trovarsi, una volta giunto in Sicilia, a fare i conti con le difficilissime condizioni a cui sono sottoposti i migranti in centri come il CARA di Mineo, finché una notte quasi “per caso” è arrivato in provincia di Arezzo. Qui ogni giorno va a scuola, per integrarsi in quella che ormai considera la sua nuova casa. Video-testimonianza.
Giovani madri come Beauty che dopo esser fuggita dalla Nigeria dilaniata dalla “guerra” innescata da Boko Haram, è stata costretta ad attraversare il Mediterraneo al nono mese di gravidanza, dopo aver perso il marito per mano delle milizie libiche. Per lei ad Arezzo è iniziata una nuova vita e non a caso a sua figlia, che ha dato alla luce poco dopo il suo arrivo, ha messo nome “Miracle”.