2 febbraio 2010 ore: 17:02
Immigrazione

Padova, le famiglie sinti entrano in possesso delle case autocostruite

Si tratta di tre palazzine di quattro appartamenti ciascuna, con ingresso indipendente, nel nuovo villaggio intitolato alla memoria di Marta Cimento, psicologa vicepresidente dell’Opera nomadi Padova
Rom/Sinti: case autocostruite a Padova
PADOVA – Mattone dopo mattone hanno costruito le loro case – tre palazzine di quattro appartamenti ciascuna, con ingresso indipendente – e da qui inizia la loro nuova vita. Dodici famiglie sinti residenti da anni a Padova oggi sono entrate in possesso delle loro nuove abitazioni, che hanno contribuito loro stesse a edificare. Il vecchio campo nomadi di via Tassinari che per anni hanno chiamato casa è solo un chilometro più in là, ma davvero sembra un altro mondo. Il nuovo villaggio, intitolato alla memoria di Marta Cimento – psicologa vicepresidente dell’Opera nomadi Padova scomparsa due anni fa – sorge a un passo dalla tangenziale di Corso Australia e può ospitare dieci famiglie sinti, tutte imparentate, che pur nella stanzialità non hanno voluto abbandonare la tradizione della famiglia allargata. I restanti due appartamenti andranno al comune di Padova, che li assegnerà a famiglie che necessitano di protezione sociale.

“Il sogno si è realizzato – commenta Virgilio Pavan, sinto padovano e consigliere nazionale Opera nomadi, tra i nuovi inquilini –: siamo passati veramente dalle stalle alle stelle. I bambini non si vergognano più di chiamare a casa gli amichetti, io non mi vergogno più. Ringrazio tutte le persone che ci hanno creduto, che hanno visto in noi la volontà di levarci dal degrado e inserirci come voi ‘gage’ nella vostra popolazione. Oggi per noi è cambiato tutto”. Da oggi, infatti, nuove sfide attendono queste famiglie: in primis la ricerca di un lavoro stabile che consenta di pagare le bollette poiché, come sottolinea il vicesindaco Claudio Sinigaglia, “le famiglie dovranno pagare acqua, gas, affitto e tutto il resto, come tutti noi”.
Grande soddisfazione da parte dell’Opera nomadi cittadina per la riuscita del progetto, che è stato finanziato grazie alla partecipazione a un vecchio bando ministeriale. La responsabile dell’associazione, Renata Paolucci, si rivolge direttamente ai nuovi inquilini: “Finalmente siete riusciti a far chiudere quell’orribile luogo che era il campo nomadi e siete riusciti voi, con i vostri bambini, a venire ad abitare in un luogo dignitoso come sono queste case, costruite e autocostruite. Finalmente i vostri bambini potranno invitare gli amici senza doversi vergognare come succedeva quando abitavate in quel luogo orribile. Alla fine ce l’abbiamo fatta, superando anche gli ostacoli e le ostilità che si sono presentate in fase di costruzione”.
 
(gig)
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