13 ottobre 2014 ore: 14:51
Immigrazione

Sicilia: migranti e volontari festeggiano insieme la giornata dell’integrazione

A Giacalone nella Casa Giovani don Pino Puglisi seicento, tra volontari e operatori Caritas, condividono musiche, cibo e preghiera insieme ai 150 migranti ospiti delle strutture palermitane. Mattaliano: "Questo è un momento di forte fratellanza tra i popoli italiani e africani che ci deve spronare a fare sempre meglio e di più"
Giacalone, festa multietnica

PALERMO – Solidarietà, condivisione e integrazione. Sono stati questi gli aspetti centrali che hanno caratterizzano la festa della solidarietà tra italiani e migranti. Ieri in Sicilia 700 persone hanno festeggiato insieme la giornata dell’integrazione multiculturale, nella Casa giovani don Pino Puglisi di Giacalone. Quasi 600 i volontari, parrocchiani - prevalentemente della chiesa del Santo Curato D’Ars di Falsomiele - e gli operatori, tutti con le loro famiglie, che hanno condiviso ieri mattina, preghiera, cibo e musiche insieme ai 150 migranti ospiti dei diversi centri della Caritas di Palermo. La giornata è iniziata con la celebrazione della Santa Messa a cura del direttore della Caritas don Sergio Mattaliano dove, all’interno della celebrazione religiosa, alcuni migranti africani hanno voluto rendere, sotto forma di testimonianza, la loro gratitudine nell’essere stati accolti e sostenuti nei vari bisogni.

Giacalone, festa multietnica

“Dal giorno in cui ci avete accolto ci avete trattato come vostri figli – dice commosso in francese un giovane africano del Mali -. Speriamo di riuscire a ripagarvi con tutto il nostro impegno e la nostra dedizione verso la città”. “Sto molto bene con gli operatori del centro dove mi trovo – aggiunge un altro giovane gambiano -. Vi ringrazio tutti perché accogliendomi mi avete ridato una nuova vita. Ci trattate come una grande famiglia, con rispetto e tanto calore umano”. “Ci avete aperto le porte del vostro cuore perché in questo centro la Caritas accoglie tutti coloro che hanno bisogno, bianchi e neri – sottolinea uno dei migranti veterani, il gambiano Pablo Thamba -. Vorremmo trovare in questo tempo il modo per ripagarvi di quanto state facendo per tutti noi”. “Siamo tutti molto contenti della giornata che ci avete regalato – aggiunge un altro veterano Lamin Sawa -. Il nostro futuro inizia da voi, dalla vostra accoglienza e dalla forza e l’affetto che ci state dimostrando nei fatti. Grazie Italia, grazie Palermo”. 

“Questi sono momenti indimenticabili che ti danno la forza di continuare la nostra missione con amore e sostegno reciproco – dice Salvatore Lupo, uno dei volontari più anziani -. Il sorriso e l’energia  di questi ragazzi è la marcia che ci spinge a continuare il nostro servizio”. “Siamo una grande famiglia – continua una delle più giovani volontarie Flavia De Simone -.  Sapere che dietro ognuno di loro c’è una famiglia africana che segue a distanza il proprio figlio sperando nel suo futuro, ci commuove e ci sprona a continuare su questa strada”.

“Abbiamo voluto dedicare una giornata simbolica in memoria di tutti questi mesi di lavoro e di impegno umano e spirituale dell’accoglienza dei migranti, tutta all’insegna dell’integrazione e del grande arricchimento multiculturale che abbiamo avuto finora dall’accoglienza degli immigrati – afferma commosso padre Sergio Mattaliano -. Certamente, non sono mancate le difficoltà, ma oggi vogliamo fare festa con loro pregando, condividendo un pranzo e poi la musica e la danza tra giovani italiani e migranti. Vogliamo ringraziarli di tutto ciò che ci hanno donato in termini umani. Noi ce l’abbiamo messa tutta per farli sentire a casa loro, ma come dice S. Francesco D’Assisi ‘c’è più gioia nel dare che nel ricevere’. Questo è un momento di forte fratellanza tra i popoli italiani e africani che ci deve spronare a fare sempre meglio e di più. Tutto il lavoro, specie nei mesi più impegnativi, non sarebbe potuto avvenire se non avessi avuto un forte gruppo di operatori ma anche di volontari con uno spirito di servizio molto alto”. “Stiamo lavorando per migliorare ancora di più l’accoglienza nelle nostre strutture puntando non solo all’emergenza ma anche all’integrazione più completa non solo dei migranti ma in futuro anche di altre categorie disagiate come i carcerati, i rom, i malati di Aids e le persone con disabilità”.

La struttura diocesana di Giacalone che nei mesi scorsi ha ospitato alcuni migranti sbarcati al porto di Palermo, attraverso una convenzione specifica dovrebbe, a breve, essere pienamente riconosciuta come centro di accoglienza. (set)

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