Oltre un milione di anziani in Emilia-Romagna, la Regione punta sulla prevenzione
BOLOGNA - La telemedicina per la cronicità. Il Fascicolo sanitario elettronico come strumento di supporto al percorso di cura. Le residenze per anziani come luoghi per riconnettere le generazioni. La qualità urbana come strumento di benessere. Sono alcune delle esperienze di innovazione (nel segno della domiciliarità) presentate durante la sesta Conferenza sul Piano di azione regionale per la popolazione anziane. La Conferenza è stata l’occasione per fare il punto sui bisogni e sulle politiche messe in campo dalla regione per la popolazione anziana: oggi solo oltre un milione i residenti con più di 65 anni, di cui quasi 570 mila sono over75. Una quota importante della popolazione (23,4%) che, secondo le stime, è in continuo aumento (28,4% nel 2035). “L’invecchiamento è una sfida qualitativa – ha detto Elisabetta Gualmini, vice presidente della Regione – Gli enti locali possono fare molto per costruire mutualità e l’innovazione tecnologica è una direzione verso cui investire”. Oggi il 31% delle famiglie in regione è unipersonale: sono circa 700 mila su 2 milioni quelle costituite da una sola persona. “La struttura delle famiglie ci obbliga ad agire in modo diverso e a costruire mutualità e relazioni – ha proseguito – Come Regione abbiamo adottato 7 misure a favore degli anziani che vanno a formare una sorta di Piano per la fragilità”. Gualmini si riferisce al Fondo per la non autosufficienza, Fondo per il Dopo di noi, nuovo Piano socio-sanitario, Fondo per i caregiver, Reddito di solidarietà, Fondo per le barriere architettoniche e Politiche abitative. “Per il futuro dobbiamo fare in modo che la fragilità diventi il punto di partenza di tutte le politiche, favorire le politiche di prossimità per rimandare l’ospedalizzazione, razionalizzare le risorse e creare relazioni”, ha concluso la vice presidente.
La telemedicina per la cronicità è un progetto di prevenzione secondaria (che partirà tra pochi mesi) finanziato con 683 mila euro (dall’Accordo Stato Regioni) e rivolto a persone con malattie croniche che vivono in aree di difficile accesso a servizi sanitari (in particolare sono state scelte le zone montane con distanze superiori a 60 minuti dai centri sanitari). “La telemedicina non è solo lo strumento, ma è la modalità di erogazione dei servizi in cui professionista e utente non si trovano nella stessa località – ha spiegato Antonio Brambilla, responsabile servizio assistenza territoriale Regione Emilia-Romagna – Il progetto prevede la georeferenziazione del paziente, l’acquisizione di device specifici per la malattia e il Centro operativo cronicità della Casa della salute come punto di riferimento. Ci sarà anche una piattaforma per la gestione delle informazioni ed è prevista la formazione per il personale sanitario e per chi assiste la persona a casa”.
Il Fascicolo sanitario elettronico è sempre più utilizzato, anche dalle persone anziane. “Tre anni fa l’uso prevalente era da parte di persone tra 35 e 45 anni, oggi l’età media è cresciuta e i maggiori fruitori sono tra i 45 e i 60 anni – ha spiegato Gandolfo Miserendino, dirigente servizio strutture e tecnologie in ambito sanitario, socio-territoriale e sociale della Regione Emilia-Romagna – Il Fascicolo sanitario elettronico è uno strumento che aiuta la cura: perché permette alle persone di avere le informazioni a portata di mano: oltre a esiti di esami, lastre, dimissioni ospedaliere, certificati vaccinali, è possibile utilizzarlo per visite e prescrizioni di farmaci”.
Che futuro hanno le residenze per anziani? È la domanda che si è posto Marco Franchini, amministratore Asp di Vignola, intervenuto in Conferenza. “Oggi abbiamo sempre più famiglie monoparentali, con anziani non autosufficienti, gravi disabilità o demenza, siamo in grado di rispondere a questi nuovi bisogni? Secondo me, no – ha affermato – Ecco perché serve un cambiamento totale e bisogna ripartire dalle basi. Considerando ‘basi’ come un acronimo dobbiamo ripartire da bellezza, apertura, sostenibilità e innovazione”. Risponde a queste esigenze la Casa Residenza – Centro diurno di Vignola progettata con la collaborazione dell’architetto Paolo Portoghesi e del Politecnico di Milano. “Una struttura deve essere bella per chi vi abita e per chi vi opera, deve essere innovativa, diventare un hub ovvero riconnettersi con il tessuto locale, deve essere aperta a tutti – continua Franchini – La Casa Residenza ha un valore sociale altissimo perché in un momento storico in cui si è disconnesso lo scambio generazionale è possibile ripartire da questi luoghi per connettere le generazioni: ma quanto farebbe bene agli adolescenti conoscere le fragilità per capire che la vita ha un valore?”.
“Gli anziani sono una risorsa sociale per le famiglie, per gli amici, per la comunità. L’obiettivo è rendere questa popolazione più robusta e numerosa”, ha detto Sergio Venturi, assessore alle Politiche per la salute, che ha sottolineato l’importanza della prevenzione. In Emilia-Romagna l’8% della popolazione anziana ha problemi di vista ma oltre la metà non ha gli occhiali, l’11% ha problemi uditivi ma il 97% non porta protesi acustiche, tra coloro che hanno problemi di masticazione l’89% non porta protesi e solo un terzo si è rivolto a un dentista. “La speranza di vita a 65 anni è di circa 20 anni, quindi curare queste disabilità significa rimanere attivi”, ha concluso. (lp)