4 febbraio 2014 ore: 16:56
Giustizia

Prostituzione, a Venezia presenze stabili in strada

I dati del comune: nel 2013 erano 313 le persone in strada, erano 321 nel 2012. La media giornaliera scende. Le azioni più efficaci sono state quelle rivolte contro le organizzazioni criminali
Christopher Olsson/Contrasto Prostituzione, tratta: transessuale

VENEZIA – Rimane sostanzialmente stabile il numero di persone che si prostituiscono in strada a Venezia, ma la gestione del “mercato” passa di mano in mano. È quanto emerge dai dati presentati questa mattina dal vicesindaco Sandro Simionato, secondo cui tra il 2012 e il 2013 si è passati da 321 a 313 persone. Una diminuzione significativa interessa invece i dati relativi alla media giornaliera di presenze, scesa da 61 unità nel 2012 a 54 nel 2013, a un fronte di un aumento del numero delle nuove presenze (139 nel 2013, 117 l’anno precedente). La percentuale di uomini e dei transessuali che si prostituiscono è aumentata, rispettivamente del 3 per cento e del 4 per cento, mentre per quanto riguarda le donne si è registrato il 7 per cento di presenze in meno nel 2013 rispetto al 2012.

“Gli interventi mirati ed efficaci delle forze dell'ordine che negli ultimi mesi hanno colpito le organizzazioni criminali che gestiscono la prostituzione nel veneziano hanno di fatto modificato la geografia del fenomeno nell'area del territorio comunale” ha spiegato Simionato. Il controllo dei territori è infatti in mano a bande criminali albanesi, mentre la gestione diretta delle ragazze che esercitano in strada era, fino a poco tempo fa, in mano a sfruttatori bulgari, ungheresi e rumeni che pagavano il pizzo per l'utilizzo delle postazioni. “Il rischio – ha riferito Simionato – è che le aree abbandonate da bulgari, ungheresi e rumeni, interessati ora ad altre zone, vengano gestite da altri gruppi criminali albanesi, dando il via a possibili guerre tra bande per la gestione di un fenomeno così redditizio”.

Sul fronte del contrasto al fenomeno, le azioni più efficaci si sono dimostrate quelle mirate a colpire le organizzazioni criminali. “Il 90 per cento di chi si prostituisce sulle strade è soggetto a sfruttamento e il fenomeno è, nella maggior parte dei casi, legato a fenomeni di povertà e flussi migratori – ha sottolineato il responsabile dell’unità operativa Protezione sociale e umanitaria, Claudio Donadel –. Ma il mondo della prostituzione è molto più ampio e variegato: si va dalle ragazze in strada alle escort, dalle studentesse che si vendono in casa alla prostituzione maschile. Chi esercita la prostituzione indoor frutta circa tre volte di più di chi la esercita in strada”. (gig) 

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