18 agosto 2015 ore: 16:21
Immigrazione

Campo rom di via Idro, le associazioni: "Andava chiuso"

A novembre è previsto lo sgombero definitivo, dopo l'approvazione in Giunta della delibera che ne ordina la chiusura. Don Colmegna: "Si usino questi mesi per costruire reali percorsi d'integrazione". La strada è quella dei Centri per l'autonomia abitativa: un bando del comune dà 500 mila per la gestione
Campo rom. Donna e baracche

MILANO – Nessuna alternativa: il campo rom di via Idro andava chiuso. È l'opinione unanime di chi ha lavorato con i rom che abitano la struttura. Troppe tensioni, troppa fragilità, troppo alto il rischio di innescare una bomba sociale lasciando la situazione così com'è. Lo sostengono sia i Padri somaschi, i cui educatori seguono i ragazzi del campo (41 i minori), sia la Casa della carità, tra il 2008 e il 2012 responsabile del presidio sociale del campo. La partita più complessa però si giocherà da ora a novembre, momento in cui è previsto lo sgombero definitivo del campo.

"Non si può uscire da quella situazione con scappatoie temporanee. È una zona complessa. Spero che il tempo che si è preso il Comune sia utile per intraprendere dei percorsi d'integrazione", dichiara il presidente della Casa della carità don Virginio Colmegna. "Abbiamo conferma della complessità della situazione dalla presenza di pregiudicati e di persone agli arresti domiciliari – conferma Valerio Pedroni, coordinatore del progetto Segnavia dei Padri somaschi -. C'è un materiale umano non semplice con cui lavorare".

"Bisogna lavorare con molta prudenza. Mi auguro che si arrivi allo svuotamento del campo, piuttosto che allo sgombero", ragiona don Colmegna. "La volontà del Comune, a differenza che in passato, è di offrire realmente delle alternative a chi stava nel campo", aggiunge Pedroni. Padri somaschi e Casa della carità sono tra gli enti gestori dei Centri per l'emergenza sociale di via Lombroso e di via Barzaghi. "Ma quelle strutture non sono pensate per situazioni come via Idro", precisa Pedroni. Per questi rom che da 26 anni abitano in un centro regolare la soluzione deve essere una casa.

Il Comune di Milano in un bando pubblicato il 31 luglio ha messo a disposizione 1,3 milioni di euro per mettere mano a soluzioni abitative. E in una di queste strutture potranno trovare posto i rom. Per il biennio 2015-16 i due Centri avranno 803mila euro. I restanti 500 mila andranno divisi tra i Centri per l'autonomia abitative, strutture in cui si può restare un massimo di 12 mesi (prorogabili) e che rappresentano abitazioni temporanee: un'alternativa molto più allettante degli stanzoni in condivisione dei Centri di emergenza. Uno di questi centri, da 110 posti, si trova nell'ex campo rom di via Novara e sarà finanziato con 217 mila euro. Gli altri luoghi saranno recuperati tramite il bando, che cerca in tutto 170 posti per i quali saranno messi a disposizione 348 mila euro circa. In tutto, nelle due tipologie di centri (Centro per l'emergenza sociale e Centri per l'autonomia abitativa) il Comune conta di reperire in tutto 570 posti. Il bando chiede a terzo settore e privati di mettere a disposizione nuove strutture. (lb)

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