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Rita era una ragazza siciliana di Partanna (Trapani) che a 17 anni diventò testimone di giustizia, seguendo l’esempio della cognata Piera Aiello. Apparteneva a una famiglia mafiosa; suo padre e suo fratello erano rimasti uccisi per una guerra di mafia. Così iniziò a collaborare con il giudice Paolo Borsellino, che per lei diventerà un secondo padre. In lui, Rita aveva trovato un punto di riferimento fondamentale per la sua scelta di sfidare la mafia del suo paese. Ogni incontro era fatto di abbracci, baci, comprensione e sostegno umano. Rita gli parlava spesso della madre, che non voleva capire la sua scelta di collaborare con la giustizia. La morte del giudice Borsellino, il 19 luglio 1992, nella strage di via d’Amelio, a Palermo, sconvolse anche la vita di Rita: a una settimana esatta dalla morte di Paolo, il 26 luglio 1992, Rita si lanciò nel vuoto dalla casa dove viveva, al settimo piano di viale Amelia 23, a Roma.