18 aprile 2018 ore: 14:28
Giustizia

Giustizia, imputati messi alla prova nei parchi del Fai

Firmata questa mattina la convenzione tra il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità e il Fondo ambiente italiano, per i lavori di pubblica utilità. Il Fai mette a disposizione 34 posti presso 11 beni dislocati su tutto il territorio nazionale
Firma di una nuova convenzione tra il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità

ROMA – Si amplia sempre di più l’offerta per i lavori di pubblica utilità che consentono agli imputati che ne fanno richiesta di sospendere il procedimento penale attraverso la messa alla prova. E’ di questa mattina la firma di una nuova convenzione tra il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, rappresentato dalla presidente, Gemma Tuccillo, e da Lucia Castellano, direttore generale per l’esecuzione penale esterne e di messa alla prova, e il Fondo Ambiente Italiano (Fai) rappresentato dalla Responsabile Volontari per i Beni del Fai, Valeria Sessa.

Quelli che si prospettano per gli imputati che saranno ammessi, sono lavori di pubblica utilità a tutela del patrimonio ambientale, culturale e di immobili e servizi pubblici.
“La concessione della messa alla prova è subordinata alla prestazione di lavori di pubblica utilità che consistono in prestazioni non retribuite in favore della collettività. – spiega una nota del ministero -. A questo scopo, il Fondo ambiente italiano mette a disposizione 34 posti per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità presso 11 Beni Fai dislocati su tutto il territorio nazionale: tra questi, solo per citarne alcuni, il Giardino Kolymbethra, il Parco Villa Gregoriana, le Saline Conti Vecchi, i Giganti della Sila”.

“Siamo sempre felici di dare l’opportunità di immettere autori di reato, che in questo caso non sono nemmeno condannati ma imputati, all’interno del contesto sociale – spiega Lucia Castellano -. Per una duplice ragione: perché non crediamo che la pena, che in questo caso è più una sanzione, debba essere isolamento e mortificazione ma che sia importante anche la contaminazione, che pure viaggia su un doppio binario. Gli autori di reato si contaminano con la bellezza e la parte più vera della nostra società, dedicandosi alla manutenzione del verde e dei beni culturali. Mentre la società civile, e in questo consiste l’altra forte motivazione, sfata un pregiudizio: quello secondo cui commettere reato significa essere una persona peggiore di chi non ha debiti con la giustizia. In questo senso andiamo contro corrente, rispetto al vento giustizialista che soffia. Perché le persone della società civile che lavorano con gli imputati si rendono conto che poi non siamo così diversi. Anzi, molto spesso il livello d’impegno è pari, se non superiore. Questo scambio ci sembra il senso più profondo delle convenzioni, oltre a rappresentare una risposta positiva e la forma più utile per la società”.

Le prestazioni riguardano: la prevenzione incendi, la salvaguardia del patrimonio boschivo e forestale con riferimento al patrimonio ambientale. La custodia di biblioteche, musei, gallerie e pinacoteche per la tutale del patrimonio culturale. Mentre nella manutenzione e fruizione di immobili e servizi pubblici, rientrano giardini, ville e parchi. “Mansioni, durata e orario di svolgimento della prestazione lavorativa gratuita – sottolinea la nota - saranno disposti nel programma di trattamento e nel rispetto delle esigenze di vita dei richiedenti, dei diritti fondamentali e della dignità della persona”.

I Beni Fai nomineranno i referenti che dovranno coordinare le prestazioni lavorative gratuite, impartire le necessarie istruzioni, segnalare eventuali inosservanze, assenze o impedimenti e, al termine del periodo previsto, fornire tutte le informazioni relative all’attività svolta agli Uffici di esecuzione penale esterna territorialmente competenti, titolari del procedimento. Mentre per la pianificazione degli interventi verrà costituito un Comitato paritetico di gestione formato da rappresentanti dei due Enti firmatari e la Convenzione, della durata di 5 anni, potrà essere rinnovata.

“Il Fai – sottolinea Lucia Castellano - è noto per la sua vicinanza al mondo del carcere. I suoi responsabili hanno avviato progetti in Sicilia con gli uffici di esecuzione penale esterna, quando ero a Milano abbiamo lavorato molto insieme sia a Bollate che a San Vittore, organizzavano i concerti, ho fatto anche formazione ai loro volontari: abbiamo un rapporto virtuoso che esiste da tempo. Attraverso questa convenzione non facciamo che confermare la validità del legame con una Fondazione che ha un valore sociale e civile straordinario”. (Teresa Valiani)

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