"Via col vento", l’accoglienza abitativa per uomini separati in difficoltà economica

Alcune immagini del centro di accoglienza abitativa per uomini separati

BOLOGNA - Quattro stanze private con bagno, un soggiorno, una cucina e una lavanderia in condivisione. Il nuovo progetto di accoglienza abitativa per uomini separati in difficoltà voluto dalla onlus bolognese Villaggio del Fanciullo si chiamerà “Via col vento”, per ricordare come tutto possa cambiare – nel bene o nel male – in un soffio. Perché in tempo di crisi, dopo una separazione, spesso gli uomini si trovano a dover affrontare un vero e proprio calvario, che diventa drammaticamente complicato se ci sono dei figli – magari minori – in mezzo. Spesso, in queste situazioni, l’unica strada percorribile è cominciare a dormire – e vivere – in macchina.

La struttura individuata a questo scopo è al quarto piano dello stabile che accoglie il cuore della onlus, in via Scipione dal Ferro, sopra la sezione dedicata all’accoglienza di minori. Ogni stanza ha un balcone, e dal soggiorno si accede a un enorme terrazzo da cui si domina Bologna. Tutti gli spazi sono arredati con mobili Ikea, che ha messo a disposizione gratuitamente il necessario. Ogni stanza ha un letto a una piazza che nel caso di figli da ospitare si trasforma in matrimoniale; un bagno con doccia e un armadio. 

“Un padre separato se non ha un’abitazione non può avere il pernotto del proprio figlio – sottolinea Tiziana Franchi, presidente nazionale dell’associazione Padri Separati che valuterà gli ingressi in struttura –, e si riduce a vederlo un giorno a settimana e una domenica al mese. È assurdo: questa struttura darà la possibilità di ospitare il figlio dal venerdì sera sino al riaccompagnamento a scuola il lunedì mattina. Purtroppo i posti a oggi sono solo 4, ma in futuro speriamo di averne di più”. E spiega che la sua associazione, in 24 anni di attività, ha aiutato migliaia di padri, e i numeri sono sempre in aumento: perché se una volta i genitori supplivano, oggi non ce la fanno più. Una situazione identica da nord a sud, senza eccezioni.

Agli uomini ospitati in struttura viene chiesto un contributo di circa 250 euro al mese per coprire le spese vive e quelle di ristrutturazione (fino a qualche anno fa in questi spazi ci abitavano alcuni padri dehoniani: le attività del Villaggio del Fanciullo, infatti, sono gestite dai dehoniani bolognesi). Quanto alla spesa, ci si organizza come gli studenti fuori sede: la si può fare collettiva o singola, ma spetta agli inquilini. A oggi, di ospiti ne sono già entrati 3: Nicola, Angelo e Vincenzo, tutti italiani tra i 55 e i 60 anni. Vincenzo ha due figlie minori, una di 7 anni e una di 16, per questo nella sua stanza è stata aggiunta una poltrona che si trasforma in letto. Un quarto entrerà a giorni. “Chi ospitiamo si può fermare 6 mesi, più 6 rinnovabili. È necessario che abbia chiaro che questa è una soluzione temporanea. Cominciamo ridando loro dignità, poi possiamo aiutarli a trovare una strada definitiva – sottolinea Joan Crus, presidente della cooperativa sociale Eta Beta che gestirà la struttura, e a cui spetta l’ultima parola sulla scelta di chi accogliere –. Criterio imprescindibile: avere un lavoro”.

I padri interessati devono rivolgersi al consultorio familiare Villaggio del Fanciullo o all’associazione Padri Separati. Quest’ultima farà loro un colloquio conoscitivo e fornirà anche un supporto legale: “Valutiamo insieme se la persona può entrare nel progetto: si tratta di convivenza, e non è un’esperienza che tutti sono in grado di gestire”, specifica Franchi. (Ambra Notari)