17 gennaio 2015 ore: 18:16
Immigrazione

A Lamezia Terme nuovo centro interculturale per gli stranieri

La struttura, chiamata "Insieme", è attigua al seminario vescovile, la gestione è della Caritas diocesana. Il vescovo Cantafora: “La qualità di una comunità cristiana e umana si vede dalla qualità dell’accoglienza che offre”
Logo centro stranieri Lamezia Terme "Insieme"

LAMEZIA - E' stato inaugurato questa mattina il centro interculturale “Insieme” a Lamezia, Terme, una delle cittadine più multietniche di tutta la Calabria. La struttura, ubicata in dei locali attigui al seminario vescovile, è nata nel 2005 come agenzia di intermediazione culturale, ideata all’epoca da don Giacomo Panizza fondatore e presidente della Comunità Progetto Sud, e realizzata dalla Caritas diocesana lametina che continua a gestire il centro inaugurato quest’oggi. Il centro interculturale “Insieme” garantisce accoglienza e accompagnamento, consulenza socio-legale, corsi di italiano ed alfabetizzazione per i migranti che, in migliaia, sono presenti su tutto il territorio lametino.

A benedire i locali, durante la cerimonia di stamane, è stato il vescovo di Lamezia Luigi Cantafora che ha dichiarato: “La qualità di una comunità cristiana e umana si vede dalla qualità dell’accoglienza che offre. E l’accoglienza non è il tentativo di fronteggiare un’emergenza. L’accoglienza è capacità di inserimento e di apertura. Una comunità accogliente – ha evidenziato ancora mons. Cantafora - che integra e si arricchisce con il valore degli altri è una comunità aperta al futuro”. Il presule ha poi aggiunto: “I recenti fatti di cronaca che condanniamo come aberrazione dell’uomo e della società, non devono diffondere paura, chiusura, avversione. Questo è l’obiettivo di ogni forma di terrorismo. L’accoglienza non deve essere sinonimo di insicurezza”. All’inaugurazione della struttura, resa più moderna e funzionale, in base alle esigenze sempre crescenti del territorio, hanno presenziato Padre Valerio Di Trapani, direttore della Caritas diocesana e lo stesso don Giacomo Panizza, attuale vicedirettore della Caritas lametina. “La scommessa, il sogno che nutriamo per questo centro – hanno dichiarato i due sacerdoti – è la collaborazione tra diversi. Nello spirito della fraternità cristiana è possibile camminare insieme, per fare in modo che lo straniero che arriva nella nostra città non sia solo accolto ma sia messo nelle condizioni di arricchire la nostra comunità con i suoi valori, la sua cultura, le sue competenze”.

Responsabile della struttura, riqualificata grazie ad un progetto sociale promosso dalla Fondazione Bnl, è Manuela Simoes, suora scalabriniana, coadiuvata dalla consorella Fatima Salvagni. Suor Manuela ha spiegato che “La parola ‘insieme’, rispecchia in pieno lo spirito che contraddistingue la missione della Chiesa che vuol essere una madre che accoglie e accompagna tutti,  che serve e promuove la crescita integrale di ogni persona. Per la Chiesa non ci sono stranieri, non ci sono frontiere. C’è da mettere in pratica quello che Cristo ci dice e che vale per ogni uomo: ero straniero e mi avete accolto”. Con l’inaugurazione del centro, la diocesi ha voluto così festeggiare la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato rispondendo all’invito di Papa Francesco che per la giornata di quest’anno, ha scelto come tema “Chiesa senza frontiere, madre di tutti”. Si è trattato di un momento di condivisione all’insegna della solidarietà per i tanti fratelli stranieri che vivono a Lamezia e nei centri limitrofi. Una cerimonia semplice e molto sentita, a cui hanno partecipato anche molti immigrati residenti nel lametino e che si è conclusa festosamente con una buona tazza di thè marocchino e di pane fatto in casa dagli immigrati magrebini. Le celebrazioni per la Giornata mondiale del rifugiato, nella diocesi di Lamezia continuano anche domani. Nel pomeriggio è prevista una messa nella chiesa di Santa Maria Goretti, ad officiare il rito sarà il vescovo Cantafora. La celebrazione eucaristica sarà animata da migranti di religione cristiana che eseguiranno dei canti nella loro lingua. Saranno anche ricordati i migranti morti nel Mediterraneo, periti durante le traversate a bordo delle ‘carrette’ del mare. (Maria Scaramuzzino)

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