“La cosa giusta” è anche l'economia carceraria. Se ne è parlato alla Fiera in Umbria
ROMA - Birra, caffè, dolci, prodotti tessili e tanto altro: se il lavoro nobilita l'uomo, il lavoro in carcere assicura dignità e riavvicina alla legalità. A mostrare i frutti, ma soprattutto lo spirito e il senso dell'economia carceraria, 10 cooperative erano presenti a Fa' la cosa giusta Umbria, dal 18 al 20 novembre, presso il polo espositivo Umbriafiere a Bastia Umbra (PG). Imprese e cooperative che producono, in carcere prodotti alimentari e tessili, ma soprattutto producono inclusione.
Un’intera area, (Stand A30), è stata dedicata all’economia carceraria, ospitando le principali realtà che producono birra, caffè, dolci, prodotti tessili e tanto altro, imprese e cooperative che operano per offrire una “giusta opportunità” attraverso il lavoro, che generano la forza per rimettersi in piedi e non tornare a compiere reati una volta scontata la pena, per una società più sicura ed inclusiva.
Non solo prodotti ma anche cultura, con un denso susseguirsi di eventi, convegni, degustazioni e incontri, molti dei quali ospitati nella “piazzetta” del padiglione dell’Economia Carceraria: racconti, presentazioni di libri, storie di riscatto e di rinascita, per raccontare e sensibilizzare l’opinione pubblica su un argomento che, troppo spesso, viene lasciato ai margini della società.
Un programma a parte è stato riservato alle studentesse e agli studenti delle scuole superiori nella mattinata di venerdì 18, nella convinzione che le nuove generazioni possano favorire, con la consapevolezza e le loro scelte, un futuro migliore e più inclusivo.
La vita lavorativa in carcere è un racconto invisibile sconosciuto ai più, che emerge ed ha voce quasi solo grazie alle attività imprenditoriali che lavorano in questo contesto: per questo l’appuntamento a Bastia Umbra è stato un evento fondamentale per mostrare un mondo che, nonostante i muri non solo fisici che lo racchiudono, ha un enorme potenziale da “sprigionare”, da assaggiare, da ascoltare. Una visione nuova e possibile del carcere, non come “discarica sociale”, o problema, ma come risorsa ed opportunità.
“Economia carceraria” è anche una piattaforma, nata per valorizzare e promuovere prodotti realizzati da persone in esecuzione penale. “Attraverso una logistica centralizzata e un proprio e-commerce – spiegano i promotori - favoriamo e semplifichiamo l’acquisto di prodotti realizzati in carcere da cooperative e imprese che assumono persone detenute”.