Ferrara: Ilaria Cucchi incontra Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi
“Perché non succeda mai più quello che è successo a Stefano – continua la Cucchi – è molto importante che le vittime dei soprusi vengano punite e non si insabbi l’accaduto per spirito di corpo”. Secondo la sorella di Stefano Cucchi, “se ciò non avvenisse altri agenti si potrebbero sentire legittimati ad agire nello stesso modo”. Senza contare che se non si fa luce sulla verità, oltre ai familiari, si danneggiano anche le Istituzioni perché, continua, “nei processi che ci riguardano, in un certo senso, lo Stato giudica sé stesso”. Non sono mai processi facili quelli che vedono coinvolte le forze dell’ordine: basta ricordare il caso della madre di Federico Aldrovandi denunciata per diffamazione per aver denunciato lo scarso impegno nelle indagini o quanto denunciato da Ilaria Cucchi che ha raccontato di essere stata scortata, insieme alla sua famiglia, fuori dal Tribunale dai Carabinieri contro la propria volontà.
In “Vorrei dirti che non eri solo” (Rizzoli), Ilaria Cucchi racconta, insieme a Giovanni Bianconi del Corriere della Sera, la vicenda del fratello. “Per fare chiarezza sull’accaduto, ma anche per elaborare il lutto – racconta – Ho parlato di Stefano e della nostra famiglia in modo sincero, senza omissioni, parlando anche dei momenti difficili in cui entrava e usciva dalla comunità, l’ho fatto per dire che anche con le sue debolezze Stefano era un ragazzo normale che non meritava di morire in quel modo”. Nell’introduzione del libro Ilaria Cucchi scrive: “Mio fratello voleva continuare a vivere, invece è morto. Forse pensando di essere stato abbandonato dalla sua famiglia, mentre semplicemente non ci facevano entrare. Vorrei potergli dire che non era solo”. (alberto tetta)