Il villaggio nel deserto del Sahara dove il sole fa luce anche di notte
Tunisia energia voltaica
GARAAT BOU FLIGIA (Tunisia) – C’è un luogo nel deserto dove il sole fa luce anche di notte. Quando scende l’oscurità, le case del villaggio tunisino di Garaat Bou Fligia, costruito sull’impalpabile sabbia rossa del Grand Erg Orientale, si accendono di calda luce solare. Un apparente sortilegio, reso possibile grazie all’energia creata dalla forza degli elementi naturali: le fonti rinnovabili. Questo angolo di Sahara produce e consuma soltanto energia pulita e gratuita. Dal punto di vista energetico, è un centro autosufficiente e del tutto all’avanguardia rispetto a tanti altri luoghi più industrializzati. Sui tetti delle case e lungo le strade di terra battuta ci sono 47 pannelli fotovoltaici che catturano la luce del sole e la trasformano in energia che confluisce in batterie dove viene conservata.
Per arrivare a Garaat Bou Fligia, distante un centinaio di chilometri dalla cittadina di Douz, non ci sono strade: bisogna viaggiare su fuori strada o a dorso di cammello. I primi pannelli fotovoltaici vennero installati nel 1992 per iniziativa del Governo tunisino. Ora in ogni casa ci sono quattro lampadine da 18 watt e una televisione in bianco e nero (perché a colori consumerebbe troppa energia). Nelle sere d’estate, dopo una giornata di sole, si accumula così tanta energia che gli abitanti di Garaat Bou Fligia possono tenere accese tutte e quattro le lampadine e anche la tv. Quando, invece, la luce solare è più tenue, come in certi giorni d’autunno o d’inverno, si riesce a produrre energia sufficiente al consumo dell’elettricità necessaria per una sola lampadina.
Gli unici costi di questo sistema sono rappresentati dalle batterie che servono a immagazzinare l’energia e che devono essere cambiate ogni due anni. Ogni casa ha una batteria a cui sono collegate lampadine e tv e la spesa per sostituirla è di circa 370 dinari, pari a 228 euro. Le famiglie ne pagano 100 ciascuna (circa 62 euro), mentre il resto è finanziato dallo stato.
Oltre ai pannelli fotovoltaici, in questo borgo del deserto ci sono anche due pale eoliche, che forniscono energia alla moschea, alla scuola e all’ambulatorio e un pannello solare che serve per scaldare l’acqua. “ Siamo molto soddisfatti di questo sistema di autoproduzione energetica- racconta Mohamed Shoaib, il responsabile della manutenzione dei pannelli fotovoltaici. “In questo modo – dice – possiamo avere elettricità anche senza un sistema di collegamento elettrico con le città più vicine. Se non avessimo i pannelli fotovoltaici e le pale eoliche, saremmo costretti a usare candele e lampade a petrolio, oppure a comprare un generatore e spendere molti soldi anche per la benzina necessaria a farlo funzionare. Inoltre il generatore, quando è acceso, fa un rumore insopportabile.”
I duecento abitanti del villaggio sono di origine nomade. I primi beduini che diedero origine alla comunità si stanziaron