Malaria, appello Msf: “Nuovo farmaco può salvare 200 mila vite l’anno”
Bambini africani malati di malaria
Impiegando l’artesunato su bambini affetti da forme gravi di malaria si riduce di un quarto il rischio di decesso. Inoltre, per ogni 41 bambini cui è stato somministrato l'artesunato al posto della chinina, è stata salvata una vita in più. A dimostrarlo è un'importante sperimentazione condotta a fine 2010 in 9 paesi africani.
Ma l’artesunato ha anche un altro vantaggio rispetto alla chinina: comporta un trattamento più rapido e meno oneroso, sia per i pazienti sia per il personale medico. Mentre la prima deve essere somministrata tre volte al giorno attraverso una lenta infusione endovenosa che può durare anche quattro ore, il secondo può essere somministrato al paziente in soli quattro minuti, tramite un'iniezione intravenosa o intramuscolare. "Quando i bambini affetti da malaria complicata arrivano in clinica, spesso soffrono di convulsioni, vomitano e rischiano uno shock, perciò dobbiamo garantire loro un trattamento efficace e rapido", dichiara Veronique De Clerck, coordinatore medico di Msf in Uganda. "Per decenni, nei casi di malaria grave è stata utilizzata la chinina, ma poiché può essere complessa da usare e perfino pericolosa, è arrivato il momento di metterla da parte. L’artesunato che abbiamo a disposizione ora è un farmaco in grado di salvare un maggior numero di vite ed è più semplice, sicuro ed efficace della chinina".
Tuttavia, il cambiamento per passare al nuovo farmaco non sarà automatico secondo il rapporto di Msf: “È necessario sviluppare un piano per aiutare i paesi a modificare la propria prassi. I Governi africani devono aggiornare urgentemente i propri protocolli di cura e i donatori devono mandare un chiaro segnale impegnandosi a sostenere gli eventuali costi aggiuntivi. L'artesunato, infatti, costa tre volte di più, ma questa differenza di 31 milioni di dollari all'anno necessari a cambiamento radicale, è irrisoria rispetto alle 200.000 vite che si potrebbero salvare secondo quanto sostengono i ricercatori”.
"Noi eravamo in prima linea anche quando l'Oms ha modificato le raccomandazioni relative alla cura della malaria non complicata nel 2001, ma ci sono voluti anni prima che i paesi si adeguassero e, incredibilmente, dieci anni dopo, in alcuni di questi vengono utilizzati ancora i vecchi farmaci", spiega Martin De Smet, medico, coordinatore delle attività sulla malaria per MSF. "Questa volta l'Oms deve garantire un cambiamento molto più veloce, affinché si possano salvare immediatamente molte vite. Non ci sono scuse per rimandare".