I ''Caschi Bianchi'' compiono 10 anni. Ci sono più domande che posti per svolgere servizio nelle zone calde
Proprio quest’anno, i Caschi Bianchi compiono dieci anni: al ’92, infatti, risale la loro prima azione, con un viaggio a Sarajevo. “Siamo passati da un’esperienza di disobbedienza a una di legalità – sottolinea Samuele Filippini, responsabile degli obiettori di coscienza della Papa Giovanni XXIII – , ed oggi, dopo anni di lavoro, esiste una vera e propria rete di Caschi Bianchi, di cui fanno parte, oltre alla nostra associazione, anche la Caritas Italiana, Focsiv, Loc, Gavci. Presto aprirà anche alle ragazze. In una situazione come quella odierna, in cui il servizio civile è spesso svilito, e non si capisce bene che futuro possa avere, a maggior ragione c’è bisogno di un buon decreto legislativo applicativo che crei un servizio civile dignitoso, non subordinato o di basso livello”. Attualmente, nella comunità di don Oreste Benzi, ci sono più domande che posti: la convenzione per gli obiettori è di 20 ragazzi, le richieste almeno il doppio. “I giovani sono sensibili al grido dei poveri” ricorda il sacerdote, da sempre impegnato nella rimozione delle cause della povertà e dell’ingiustizia sociale. E due sono i giovani che hanno svolto un’esperienza recente in zona di conflitto. Fabio Cea, 21 anni, di Bari, obiettore in servizio presso la Papa Giovanni, è appena tornato da un viaggio di due settimane in Israele e nei Territori Occupati. “La presenza in luoghi di guerra di semplici persone che non sono né soldati, né diplomatici e che credono nella forza della non-violenza – sottolinea – è, per chi vive quotidianamente con meno di un dollaro la giorno o sotto i rombi degli F16, una speranza, uno spiraglio di luce. In questo modo la presenza dei Caschi Bianchi perde l’accezione di eroi ed utopisti, ed acquista invece un valore politico e umano”. Un altro ex Casco Bianco, Luca Ciulli, ha svolto il servizio nella Repubblica Democratica del Congo e in Kenya, in un piccolo slum di Nairobi: “Il Casco Bianco – dice – va in giro a dire questa verità: che la guerra non ha mai portato a nulla”. (cv)