La multinazionale del dopo Expo farà lavorare i detenuti di Milano
MILANO – Si chiama “Programma 2121” perché si dà un triennio di tempo per diventare economicamente sostenibile e vantaggioso per le aziende che aderiscono. Il progetto pilota riguarda 10 detenuti delle carceri milanesi, al momento in fase di selezione, a cui verrà offerto lavoro retribuito. Non riguarda ex carcerati alla ricerca di un mestiere per “rinunciare ai facili guadagni del mondo criminale” come ha detto Luigi Pagano, Provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria, ma di persone in condizione di restrizione della libertà che possono essere ammesse al lavoro esterno, alla semilibertà, all'affidamento in prova ai servizi sociali, alla detenzione domiciliare oppure liberi vigilati, liberi controllati e semidetenuti. “Lavoro e cultura come unica forma di rieducazione del detenuto” ha detto il ministro di Grazie e Giustizia, il pentastellato Alfonso Bonafede, arrivato a Milano nella mattina di oggi per la firma del protocollo di intesa che li riguarda. Nella sala polivalente “Francesco Di Cataldo” del carcere di San Vittore presenti anche il Provveditore regionale Pagano, il Capo del Dipartimento penitenziario, Francesco Basentini, il sindaco Beppe Sala, il governatore lombardo Attilio Fontana, il Presidente del Tribunale di Milano, Roberto Bichi e quello del Tribunale di sorveglianza, Giovanna Di Rosa.
Come funziona il progetto di inclusione sociale e lavorativa per i reclusi? Lo ha spiegato Andrea Ruckstuhl, ingegnere e capo per l'Europa del gruppo multinazionale di sviluppo immobiliare Lendleaese – società capofila del progetto, che a Milano si è già aggiudicata i bandi della società Arexpo per realizzare sedi di multinazionali per le biotecnologie e il campus dell'Università Statale di Milano e traferire, entro il 2022, sui terreni dell'Esposizione universale il polo scientifico di Città Studi – che con la propria fondazione no profit “Be Onsite” dal 2008 lavora sulle opportunità di occupazione nel settore delle costruzioni per persone con precedenti penali o disabilità. “A Milano lavoriamo sulla rigenerazione urbana dei quartieri Santa Giulia e dell'area Expo, sono dei progetti a lungo termine che permettono di trasformare eventi episodici in sistematici: da subito i detenuti saranno pagati” ha detto Ruckstuhl. Per farlo il colosso immobiliare con sede in Australia ha inserito una “clausola sociale nei contratti privati” che potrà valere anche sugli appalti ad altre aziende della propria filiera produttiva, seppur in forma volontaria ma premiante, per “la collocazione di detenuti e persone in misura alternativa alla pena”. Così recita l'articolo 8 del protocollo siglato. “Non sarà un lavoro di serie B” aggiunge il sindaco Sala, ex commissario unico di Expo 2015 e amministratore delegato di Expo Spa.
“La detenzione è un momento di interruzione della libertà ma anche di recupero – afferma la giudice Di Rosa –: Il lavoro retribuito consente anche di risarcire danni”. Che figure professionali si cercano? “Dai trasporti e la logistica, fino agli operai, i servizi mensa, operai e anche figure da inserire nel settore amministrativo” spiega l'ingegnere Ruckstuhl a margine della conferenza stampa nella casa circondariale milanese, anche se non è in grado di specificare quanto saranno pagati e con quali forme contrattuali assunti, perché la fase di selezione dei primi dieci beneficiari non è ancora terminata. Per la multinazionale non è questa la prima volta: già dal 2009 nel Regno Unito ha sperimentato programmi per l'inserimento lavorativo di persone con precedenti penali. Da allora i numeri che offrono Lendlease e la sua fondazione in una nota stampa parlano di 1700 candidati coinvolti, 840 persone a cui è stata offerta formazione professionalizzante e oltre 600 lavoratori di cui 135 donne (il 21 per cento, in un settore che mediamente ne impiega l'11 per cento) che sono stati assunti direttamente dalle aziende. Il 73 per cento dei candidati inseriti nei programmi sociali appartiene a minoranze etniche. A colpire è il dato sulla recidiva: nel Regno Unito c'è una media nazionale di recidiva del 59 per cento, mentre fra gli ex detenuti che hanno trovato un'occupazione permanente e retribuita in seguito ai progetti di Be Onsite il tasso scende al 4,5 per cento.
Il progetto più imponente realizzato con questo meccanismo e che ha previsto possibilità lavorative per gli ex carcerati britannici è quello del villaggio olimpico per l'edizione dei giochi di Londra 2012: in 300 fra persone con disabilità o pregiudicati si sono prima formati e in seguito hanno preso parte ai lavori in cantiere. Di queste 224 sono state impiegate direttamente e 60 hanno trovato un'occupazione stabile nell'ambito dello stesso progetto. (Francesco Floris)