Censis, crescono disuguaglianze sociali. "Incolmabili, vero nemico del ceto medio"
ROMA - "Il vero nemico del ceto medio? Le incolmabili disuguaglianze sociali". E' quanto denuncia il Censis nel decimo numero del "Diario della transizione" che ha l’obiettivo di cogliere e descrivere i principali temi in agenda in una difficile fase di passaggio attraverso una serie di note di approfondimento diffuse nel 2014 e nel 2015. Secondo l'istituto di ricerca, gli italiani si sentono ancora ceto medio: lo pensa il 54 per cento degli intervistati. "Nonostante i sette anni duri della crisi, in Italia il ceto medio vince ancora - spiega la ricerca -, come mentalità e come modello di vita".
Tuttavia, le difficoltà economiche pesano sugli italiani, soprattutto sui più poveri che, rispetto alla piccola fetta dei più ricchi, ha visto diminuire maggiormente il proprio reddito. "Se dal basso si prova a rifare ceto medio - spiega il Censis -, stonano le diseguaglianze sociali crescenti, segnate dai picchi di reddito e di patrimonio solo di alcuni, che anche nella crisi hanno continuato a guadagnare o comunque hanno perso meno degli altri. Tra il 2007 e il 2013 il 10 per cento di italiani più ricchi ha subito una diminuzione media annua del reddito disponibile dell’1,6 per cento in termini reali, mentre quello del 10 per cento di italiani più poveri si riduceva mediamente del 3,8 per cento ogni anno (due volte e mezza di più). Oggi il reddito di quel 10 per cento di italiani più ricchi è pari a 11,1 volte quello del 10 per cento di italiani più poveri, e la forbice si è allargata negli anni della crisi, perché nel 2007 i primi superavano i secondi solo 9,8 volte".