Homeless allontanati dal centro di Catania, le associazioni protestano
CATANIA – Venticinque senza-dimora sono stati allontanati da sotto i portici di corso Sicilia dove trascorrevano la notte per riparasi da freddo e pioggia, in pieno centro etneo, dalla polizia municipale. Solo 5 di loro hanno chiesto di essere accolti in strutture di accoglienza che lavorano in collaborazione con il comune. Tutti gli altri hanno continuato a vagare per le strade della città, aggiungendosi, agli altri, circa 80, secondo i volontari, che vivono in luoghi di fortuna.
Ad insorgere per queste misure adottate dall’amministrazione sono un gruppo di associazioni, con Telestrada in testa, impegnate nel sostegno agli homeless. “Da qualche giorno sembra che a Catania non ci siano più persone senza dimora – dicono Telestrada e Scarp dè Tenis, Accoglienza e Solidarietà, La Ronda dell'Amicizia e i Cavalieri della Mercede -, non si vedono più senza tetto che dormono su giacigli di fortuna sotto i portici del corso Sicilia o in piazza della Repubblica. Effetto forse della miracolosa scomparsa della povertà? Purtroppo no; Catania continua ad essere tristemente una città in cui la povertà non solo non scompare, ma è in aumento, a causa della crisi occupazionale e continua tristemente ad essere una città in cui i centri di accoglienza per le persone indigenti sono troppo pochi rispetto alle reali necessità”.
“I senzatetto che sostavano a corso Sicilia sono stati semplicemente invitati dai vigili urbani a spostarsi da lì, purtroppo però senza un reale progetto per loro. Sembra che l’unica preoccupazione sia stata che il centro cittadino, la ‘city’ venga ‘ripulita’ dalla bruttura della povertà, del disagio e della disperazione. Anche noi vogliamo una città più bella e vivibile, ma la vogliamo per tutti. Sarebbe questa la Catania solidale in cui tutti abbiamo sperato?”.
“Invece di trovare soluzioni per coloro che sono costretti a stare per la strada, invece di studiare percorsi di reinserimento sociale e lavorativo – incalzano ancora le associazioni -, cosa si pensa di fare per risolvere il ‘problema’? Si sgombra il centro di quella miserabile umanità che tanto ci dà fastidio perché ci mette di fronte alla realtà. Non ci sembra sia questo il modo di combattere la povertà e il disagio nella nostra città, non ci sembra che siano queste le modalità corrette per chi abbia realmente intenzione di garantire a tutti i cittadini una qualità della vita dignitosa”.
“Questa città ha bisogno di pensare nuove politiche sociali e abitative non solo per le persone senza tetto - sottolinea Gabriella Virgillito di Telestrada -, ma anche per tutti i fragili e i poveri che vivono vicino a noi; non è possibile pensare di risolvere semplicemente nascondendoli alla vista, occorre pensare e costruire nuovi percorsi per rendere più bella e più vivibile la nostra città, ma questo è possibile farlo solo partendo proprio dai più fragili, perché solo insieme a loro sarà possibile far rinascere Catania. Occorre pensare a nuove politiche abitative non solo per i senza dimora, ma anche per tutte quelle famiglie che oggi nella nostra città vivono il disagio dello sfratto. Occorre realizzare progetti di ‘housing first’ pensati per i poveri. Noi siamo stati sempre disponibili ad aiutare l’amministrazione comunale a progettare una città solidale e lo siamo ancora, ma che sia solidale in un modo veramente inclusivo, che guardi ai fragili come a un’opportunità e non come a un problema da nascondere”.
“In strada ci sono persone italiane e migranti che hanno problemi di tipo diverso e che richiedono un sostegno differente – tuona Gabriella Virgillito -. C’è chi ha problemi con alcol e chi ha un disagio mentale che non vuole andare in comunità di accoglienza. La soluzione non è spostare da un posto all’altro il problema anche perché le strutture di accoglienza sono piene e non possono gestire questa emergenza. Le persone che non sono state accolte non hanno ‘scelto ‘ di vivere in strada. Al di là di soluzioni semplicistiche occorre affrontare l’emergenza abitativa anche in chiave preventiva. Ci aspettiamo una politica sociale adeguata a dare risposte a questo tipo di disagio.”.
Su nostra sollecitazione risponde l’assessore alle Attività sociali Fiorentino Trojano: “Stiamo avviando un lavoro complesso, che non sarà a breve termine, per aiutare le diverse tipologie di homeless – precisa l’assessore Trojano -. Soltanto cinque delle 25 persone che sono state invitate a lasciare i portici di corso Sicilia hanno chiesto accoglienza presso le strutture che collaborano con noi. La tipologia eterogenea delle persone corrisponde, purtroppo alla dimensione sociale di povertà che esiste. Abbiamo programmato con l’Asp alcuni interventi a favore di chi ha un disagio psichico o dipendenze da alcool. Inoltre, stiamo lavorando alla stesura di un progetto di apertura di un dormitorio pubblico, rilevando una ex scuola. Per affrontare l’emergenza casa, in chiave preventiva non abbiamo fondi a disposizione come tutti gli altri comuni italiani e quindi, occorrerebbe attivarsi per studiare altre strade”. (set)