I caregiver? Sono “inoccupati”, niente esenzione dal ticket sanitario
ROMA – Niente esonero dal ticket per i caregiver familiari: in quanto "inoccupati" non hanno diritto a questa tutela, mentre i disoccupati sì. A raccontare a Redattore sociale “l’ennesima doccia fredda” è Cristina Sbordoni, che ieri si è recata, come tutti gli anni in questo periodo, alla Asl di Cerveteri per chiedere il rinnovo dell’esenzione. “Quando ho presentato l’autocertificazione, in cui come sempre dichiaravo di essere inoccupata, mi sono sentita rispondere che l’esenzione non mi spettava, poiché era riservata ai disoccupati”. A chi, cioè, un lavoro, magari solo per pochi giorni, magari 30 anni fa, comunque lo ha avuto. “Ma io a 25 anni ho avuto mio figlio, con una gravissima disabilità a causa di un parto problematico. E da allora devo occuparmi solo di lui, sono l’unica affidataria e un lavoro fuori casa, per me, è sempre stato impensabile”. Alla Asl, però, sono stati irremovibili: c’è una normativa regionale, un decreto del Commissario ad acta per il Lazio (n. U00105 del 11/3/2015), che recentemente ha parlato molto chiaro: l’esonero è riservato alle persone senza lavoro e senza reddito, che però abbiano lavorato in passato.
“Non posso permettermi esami e cure”. E lo stesso è accaduto, a quanto pare, in diverse regioni, che hanno praticato un deciso giro di vite sulla concessione di questa esenzione. “Una tutela fondamentale per noi – spiega Cristina – visto che copre le spese mediche sia per me che per i miei quattro figli. Possibile che debbano toglierci anche queste minime tutele?”. E quest’accanimento verso i caregiver, poi, è davvero impietoso: “Per la fatica di ogni giorno e lo stress continuo, ho quattro ernie alla schiena, i medici dicono che a 41 anni ho il corpo di una sessantenne. Ora, dovrei operarmi a un’ernia ombelicale, ma senza esenzione dal ticket gli esami richiesti mi costerebbero una cifra che non posso permettermi. Non li farò, così come non ho fatto tante cose”.
Cosa è cambiato. Ma come stanno le cose, dal punto di vista normativo? Non si tratta di una novità a livello legislativo, quanto piuttosto di una stretta, a livello di regioni, sull’applicazione della normativa. Se infatti l’esenzione del ticket in base al codice E02 è da sempre riservata ai disoccupati, “finora questa distinzione tra disoccupati e inoccupati non è stata fatta valere – riferisce ancora Cristina – Ieri ho fatto quello che ho sempre fatto: ho dichiarato la mia vera condizione. Sono andata poi al collocamento, a chiedere spiegazioni: mi hanno confermato tutto, spiegandomi che sarebbe bastato un lavoro di qualche giorno, in regola, per avere riconosciuto quel diritto. Ma che lavoro dovrei fare? Se il collocamento mi chiamasse, dovrei rinunciare a ogni offerta: neanche il lavoro notturno potrei fare, visto che mi alzo continuamente per assistere mio figlio. Lo Stato si ostina a considerarci inoccupati, ma noi lavoriamo più di tutti gli altri, senza riposare mai! L’ennesima negazione di tutela, l’umiliazione che ho subito ieri, ma che ripetutamente siamo costretti a subire, la continua vessazione della burocrazia e dei rinnovi vari, mi fanno sentire sola e completamente abbandonata”.
- L’appello alla politica. A tradurre l’allarme in appello alla politica è Chiara Bonanno, caregiver anche lei, in prima linea nella rivendicazione delle tutele e dei diritti di questa categoria: “Qui non si tratta di estendere agli inoccupati l’esenzione dal ticket, perché è vero che tra questi ci sono tanti che non hanno diritto né bisogno. Qui si tratta di riconoscere finalmente il caregiver familiare in quanto lavoratore, come accade praticamente in tutta Europa. Chiediamo quindi che , di fronte a questa ennesima violazione, il governo intervenga con urgenza: ci sono mamme, come Cristina, disperata perché hanno perso anche questa minima tutela e non possono permettersi le cure di cui hanno bisogno”.
L’impegno di Guerra: “se ne tenga conto, nel riformare esenzione ticket”. Raccoglie l’appello Maria Cecilia Guerra, senatrice Pd: “Le regioni, nella loro autonomia, hanno emanato norme diversificate, senza considerare in alcun modo questa particolare categoria dei caregiver, inoccupati per forza e non per scelta. La mancata esenzione per queste persone è un ulteriore indicatore della scarsa sensibilità su questo tema. Ora, nell’ambito del Patto per la salute, si rivedrà tutta la politica dell’esenzione: farò in modo che si abbia una consapevolezza su questo tema”. (cl)