Migranti, al centro Baobab l'assistenza autogestita dei volontari
ROMA – “Organizziamoci, c’è molto da fare”. Sono parole di Alessandro, uno dei tanti volontari che stanno lavorando al centro Baobab di Roma per ripristinare le condizioni igieniche primarie, prestare assistenza medica e integrare la colazione disposta dal Banco alimentare del comune di Roma che però, viste le numerose richieste di acqua e cibo, sembra non essere stata sufficiente. Intanto in decine di buste contenenti viveri, vestiti e giocattoli, continuano ad arrivare le donazioni dei cittadini.
“Serve qualcuno che vada a pulire il giardino, il piazzale dell’ingresso di via Tiburtina dove stazionano la maggior parte degli ospiti”. Intanto le consegne di cibo vestiti e sapone continuano ad affollare magazzini pieni, dove tutto è catalogato per genere. A suggerirlo un cartello, che compensa l’assenza di una persona di riferimento. Solo i più ingenui chiedono di un certo Daniel, il coordinatore del centro. Tra i volontari che stanno servendo latte e biscotti uno risponde che non è ancora arrivato, l’altro di non averlo mai visto.
In fila davanti al cancello di via Cupa in attesa della colazione “c’è un po’ di tensione, hanno molta sete – Alessandro si rivolge agli altri volontari, sollecitando la distribuzione - È già infelice che debbano aspettare che sia qualcuno a dargliela e che non possano prendersela da soli, dunque cerchiamo di essere veloci”. E coordina le attività raccomandandosi che tutto sia consegnato con la confezione già aperta. “Il cibo è il bene più prezioso, e in momenti di tensione si potrebbero creare disuguaglianze, giochi di potere tra chi ha conservato del cibo e chi ne ha bisogno. Può diventare merce di scambio”.
Tre giorni fa il comune di Roma ha anche disposto un info point per spostare il baricentro delle donazioni e delle giacenze, proponendo come alloggio alternativo la tendopoli che si stava istituendo con il sostegno della Croce rossa nei pressi della stazione Tiburtina. Eppure si tratta di un’assistenza autogestita, laddove sono i volontari che arrivano prima e hanno già monitorato la situazione a rappresentare un punto di riferimento per quelli che arrivano dopo. Paola, una delle tante signore che stamattina è andata a fare la spesa e ha cercato in cantina giocattoli imbustati da dieci anni chiede se non sia meglio portare il contenuto alla stazione Tiburtina.
Anche se il comune ha disposto un pacchetto di assistenza sanitaria in convenzione con le Asl A e B, e con l’ospedale S. Gallicano, predisponendo anche due unità mobili incaricate di intervenire nelle situazioni di fragilità, dopo la colazione alcuni ragazzi con le braccia visibilmente macchiate di bolle vengono indirizzati al furgoncino della Croce rossa. I volontari gli suggeriscono di fare una visita medica e accettare l’eventuale somministrazione di cure. (Valeria Calò)