23 agosto 2016 ore: 13:45
Immigrazione

Migranti: Alfano punta tutto sulla relocation, ma il programma è un flop

Il ministro annuncia che da settembre partiranno centinaia di profughi al mese verso Berlino. Finora i numeri sono molto bassi: solo il 2 per cento del totale ricollocati. “Esempio tedesco convincerà anche gli altri paesi”
Migranti. Piedi scalzi

ROMA – Da settembre centinaia di profughi al mese potranno essere trasferiti dall’Italia alla Germania, secondo il programma europeo di relocation. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, dal meeting di Rimini. Secondo il titolare del Viminale, che in questi giorni ha incontrato il collega tedesco De Maiziere, la svolta della Germania potrebbe servire a convincere anche gli altri paesi europei nell’accoglienza dei profughi e determinare un nuovo scenario. Ma cos’è il programma di relocation e come è stato realizzato finora?

Che cos’è? La relocation è il sistema previsto dall’agenda europea sull’immigrazione e prevede il trasferimento dai paesi di primo approdo (Italia, Grecia e Ungheria) ad altri paesi Ue dei rifugiati, in parziale deroga al Regolamento “Dublino III” (l.604/2013). Infatti, i richiedenti asilo appartenenti a nazionalità per le quali il tasso di riconoscimento della protezione internazionale è pari o superiore al 75 per cento, sulla base dei dati Eurostat (in particolare eritrei e siriani), dopo la loro identificazione, il foto segnalamento e la richiesta di protezione internazionale nei paesi di sbarco vengono poi trasferiti in uno Stato Membro, in cui sarà esaminata la loro domanda. Gli stati di destinazione indicano ogni tre mesi il numero di persone che possono ricollocare: la priorità viene data ai soggetti vulnerabili, come le famiglie con bambini, le donne sole, le vittime di violenza e gli anziani. Per ogni persona accolta ricevono seimila euro, mentre agli stati da cui i rifugiati partono vengono coperte solo le spese di viaggio, pari a circa 500 euro.

Finora ha funzionato? Secondo l’Agenda Europea sulla Migrazione, adottata dalla Commissione Europea il 13 maggio 2015 sono 160 mila le persone che dovranno essere ricollocate da Italia, Grecia e Ungheria verso altri Stati europei entro settembre 2017. Finora però il numero delle ricollocazioni è fermo a 3963 (dato Oim) persone partite da Italia (circa 961) e Grecia (poco più di 3000). Si tratta chiaramente di un flop, come spiega un’analisi di fact cheking realizzata da Carta di Roma, Unhcr e Open Migration:con meno del 2% del totale delle quote di ricollocazione realizzato e appena 9.119 posti messi a disposizione dai 28 paesi inizialmente coinvolti nel progetto (poi diventati 31 nei mesi successivi).

L’esempio della Germania convincerà gli altri paesi? Anche lo stesso Alfano ha riconosciuto il fallimento del programma, ma ora spera che con l’esempio della Germania, possano aderire anche altri paesi, che finora si sono tirati indietro. “La relocation fin qui è stato il flop vero di tutta l’agenda – spiega il ministro dell’Interno – perché era il pilastro della solidarietà abbinato a quello della responsabilità: noi prendiamo le impronte digitali e tutte le contromisure, facciamo gli hotspot e dobbiamo ricevere quella solidarietà che consiste nella redistribuzione in Europa dei profughi. Oggi abbiamo avuto la notizia che dal mese di settembre, centinaia di profughi al mese potranno andare in Germania. Noi pensiamo che se parte bene con la Germania, potrà finire bene anche con altri paesi”. (ec) 

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