Prestito della speranza, a Palermo fondi a piccole imprese e famiglie in difficoltà
PALERMO - Sostegno ai morosi per pagare i canoni di affitto arretrati, avvio di piccole attività, aiuto per spese sanitarie, cure odontoiatriche, piccoli lavori di immobili ma anche acquisto di beni di prima necessità e risoluzioni di piccole situazioni debitorie. Sono alcune delle possibilità offerte a chi si è avvalso del “Prestito della Speranza”, il fondo di garanzia per le famiglie rivolto alle persone fisiche e alle persone giuridiche (società cooperative, società di persone, srl semplificate e ditte individuali) promosso dalla Cei (Conferenza Episcopale Italiana) e avente come intermediario la Caritas italiana attraverso i suoi sportelli. Il fondo prevede, infatti, prestiti personali fino a 7 mila e 500 euro e finanziamenti a piccole imprese fino a 25 mila euro tutti a tassi agevolati.
Nell'ultimo anno e mezzo a Palermo 125 mila euro sono stati i fondi erogati a favore di 5 nuove imprese e 40 le famiglie aiutate per un valore complessivo di 100 mila euro. Tra le piccole imprese, avviate da giovani over 30, sono nati due bar, una vetreria artigianale e una comunità alloggio per anziani e persone con disabilità. Naturalmente si tratta di persone che, trovandosi in uno stato di difficoltà economica non sono riuscite ad accedere ai crediti ordinari. I prestiti personali sono rivolti a cassintegrati, inoccupati e disoccupati.
"I prestiti personali ma anche quelli alle persone giuridiche vengono erogati a soggetti non bancabili che percepiscono redditi molto bassi - spiega il referente dell’arcidiocesi di Palermo per conto della Caritas, Francesco Montalbano -. Le richieste crescono e siamo contenti di questi risultati perché questo ci sprona ad andare ulteriormente avanti. Pur sapendo che in una città grande come Palermo (dove le povertà e i disagi sociali sono tanti) siamo soltanto una goccia, il Prestito della Speranza resta e si consolida un utile e proficuo strumento sociale che a qualcuno riesce a dare una piccola boccata di ossigeno. Sono in tante, infatti, le persone che sperano attraverso queste piccola somme di risollevarsi sia dal punto di vista lavorativo che a livello personale quando hanno alcune necessità specifiche. Il Prestito della Speranza ricordiamoci che non è una donazione ma va restituito secondo le modalità previste dal regolamento. Gli interessati come persone giuridiche devono portare l'iscrizione alla camera di commercio e il progetto di nuova attività "business plan" predisposto da un consulente corredato di preventivi di spesa".
Per chi vuole avvalersi di questa forma di aiuto economico basterà contattare il centralino della Caritas diocesana al numero 327986 .
Un sogno avverato. Ad avvalersi del prestito della speranza è stato anche Daniele Badalamenti, un giovane di 26 anni che ha realizzato il desiderio di continuare la piccola attività di vetraio ereditata dal padre che nel frattempo è andato in pensione. "Ho deciso di rimanere a Palermo per proseguire il lavoro di mio padre - racconta - anche se le difficoltà che subito si sono presentate sono state tante. La piccola azienda individuale di mio padre a conduzione familiare, infatti, era stata ridimensionata per effetto della crisi economica. Per riavviarla è stato necessario avere una piccola disponibilità economica iniziale che, fortunatamente sono riuscito ad avere grazie al Prestito della Speranza. Mi è stata data un'importante opportunità poiché essendo molto giovane per le banche non sono credibile perché sono considerato un soggetto che non è in grado di dare loro le opportune garanzie che richiedono". Il giovane ha avuto la possibilità, infatti, di usufruire di un prestito di 25 mila euro che gli permetterà di fare alcuni miglioramenti alla piccola impresa. "Con questa somma di denaro comprerò delle scorte per il magazzino - racconta ancora -. Inoltre farò dei piccoli lavori all'interno del negozio e comprerò alcuni macchinari. Ringrazio chi mi ha dato questa possibilità e penso che lo Stato debba mettere in campo sempre più strumenti per favorire la piccola imprenditoria giovanile".
La Caritas diocesana è l'organismo che gestisce tutte le attività del prestito. L'accesso al credito è possibile per quelle famiglie o persone giuridiche che, all'atto della presentazione della domanda, versano in condizioni di vulnerabilità economica e sociale. Nel rilanciarlo la Cei ha semplificato i criteri di selezione, in modo da ampliare le possibilità di accesso (ora possibile anche per disoccupazione da lungo tempo, lavori precari e irregolari, famiglie anche senza figli).
Il piano di rimborso, per ciascun finanziamento deliberato, decorrerà trascorsi 12 mesi dalla delibera e con durata non superiore ai 5 anni. L'ufficio diocesano, verificando la presenza del requisito soggettivo, procede ad una valutazione del merito personale e sociale del richiedente ed entro 15 giorni lavorativi dal primo inserimento della pratica trasferisce alla banca quelle ritenute idonee tramite l'applicativo informatico messo a disposizione dal gestore.
La banca, ricevendo la richiesta di finanziamento accompagnata dalla valutazione dell'ufficio diocesano, non deve sindacare la sussistenza del requisito soggettivo essendo il relativo accertamento riservato in via esclusiva all'ufficio pastorale proponente. L'istituto di credito, dopo avere verificato il merito creditizio e di solvibilità del richiedente, entro 15 giorni lavorativi dalla presentazione della domanda, se ritenuta idonea, invia al gestore la richiesta dell’attivazione della garanzia del fondo. (set)