Terrorismo, l'Alleanza Islamica d'Italia: "Accuse infamanti"
MILANO – "Non abbiamo la minima idea del motivo per il quale gli Emirati Arabi Uniti ci hanno inserito nella lista di associazioni terroristiche. Chiedetelo a loro". Mohamed Ibrahim è presidente di Alleanza Islamica d'Italia, con sede in viale Monza 50, a Milano. Gli Emirati la considerano, da novembre scorso, un'associazione terroristica, paragonabile ad Isis o Al Qaeda. "Non hanno mai portato nessuna prova", dice Ibrahim, che smentisce con forza ogni relazione con qualunque forma di terrorismo. In una nota dell'associazione si legge che "l'Alleanza Islamica d’Italia ha inviato quattro lettere rivolte al nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, al Presidente della Commissione Esteri del Senato Pierferdinando Casini e al Presidente della Commissione Esteri della camera dei Deputati Fabrizio Cicchitto, chiedendo loro di attivare, secondo quanto è nelle loro facoltà e potere, ogni azione volta a far recedere il Governo degli Emirati Arabi da una così improvvida e liberticida iniziativa, qualora la notizia venisse confermata". L'associazione ha anche fatto causa al governo degli Emirati.
"Questa lista degli Emirati non va letta in chiave provinciale, ma tenendo conto di un quadro geopolitico più ampio e complesso", precisa Paolo Branca, ricercatore di Islamistica all'Università Cattolica di Milano. L'Associazione Islamica d'Italia è una costellazione di realtà che fa parte dell'universo Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche d'Italia), di cui Ibrahim è tesoriere. Nata nel 1990, l'associazione conta 122 realtà. Secondo quanto riportato dal Cesnur, centro studi sulle nuove religioni l'Ucoii "emerge come la realtà musulmana italiana più diffusa e radicata sul territorio, con una forte influenza dei Fratelli Musulmani, e si candida subito a essere interlocutore dello Stato italiano in vista dell’Intesa". Anche alcuni dei suoi membri fondatori (Nour Dachan e Ali Abu Shwaima) appartenevano alle Fratellanze di Siria e Palestina. Un'appartenenza che non significava in alcun modo essere parte di un'organizzazione terroristica.
In questa influenza (fortemente contestata dagli attuali rappresentanti di Ucoii, Caim e Alleanza islamica d'Italia, ndr), per Branca, si spiega la condanna degli Emirati: "Dopo le primavere arabe, solo il Qatar continua a finanziare le realtà vicino ai Fratelli musulmani, gli altri hanno smesso". In questo insieme ci sarebbero anche gli Emirati, che a detta del professore si sarebbero smarcati da questa linea politica "connivente" con la Fratellanza musulmana, in particolare egiziana. (lb)