A Milano presidio in piazza della Scala: "Apriamo i porti"
MILANO - "Pensiamo che prima di qualunque negoziato venga la tutela della vita umana. Per questo chiediamo di aprire i porti, garantire soccorso in mare, salvare le persone". È con questa motivazione che martedì 12 giugno, in piazza della Scala a Milano alle 18.30, si terrà un presidio per protestare contro la decisione del Governo italiano di chiudere i porti alle navi che salvano profughi. Oltre 8 mila le adesione di singoli cittadini e associazioni finora arrivate. L'iniziativa è promossa da Insieme senza muri, comitato di volontari che insieme al Comune di Milano ha organizzato un mese di eventi (iniziato il 20 maggio) "per una città aperta e accogliente". E da Milano sono numerose le prese di posizione su quanto sta accadendo in queste ore nel Mediterraneo.
"Respingiamo come disumano e condanniamo come contrario a ogni diritto civile il trattamento cui sono sottoposte le 629 persone che sono a bordo della nave Aquarius -afferma don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità-. Diventa ormai improrogabile che l’Europa discuta seriamente di immigrazione mettendo mano a nuove norme e a nuove leggi condivise e rispettate da tutti gli stati membri. Sono passati solo pochi giorni da quando, nel corso della presentazione a Milano della campagna 'Welcoming Europe', abbiamo fatto nostra la frase 'Prima le persone' che vuol indicare la direzione in cui è indispensabile muoversi: a fianco dei più deboli, sempre. Ribadiamo l’invito a esporre alle proprie finestre un drappo per chiedere all’Italia e all’Europa di essere più accoglienti verso i migranti, un invito che in queste ore di trepida attesa sulle sorti dell’Aquarius vuole essere anche un gesto di solidarietà verso quanti sono impegnati nelle attività di soccorso in mare".
Anche la Comunità di Sant'Egidio di Milano e il movimento Genti di Pace aderiscono al presidio in piazza della Scala "Apriamo i Porti. Garantiamo il Soccorso in Mare" "per ribadire che l’Italia deve restare ancorata ai principii di umanità che sono nella sua tradizione, a partire dal dovere di salvare le vite umane in pericolo, così come ha fatto negli ultimi anni di fronte ad una delle più grandi tragedie di inizio millennio".
Per il Naga "la politica, svuotata di idee, si è riempita di slogan e urla". "Sono le persone, di sangue e di carne, che si sono perse dall'orizzonte e, insieme a loro, si sono persi i principi minimi che sembravano condivisi -sottolinea il presidente, Pietro Massarotto-. Principi etici al di là del diritto, principi etici che ci fanno dire che tenere in ostaggio 629 esseri umani in mezzo al mare non dovrebbe essere neanche pensabile, che mettere, prima di tutto e al di là di ogni valutazione, le loro vite in salvo sia non solo giusto, ma l’unica azione possibile. Forse, per iniziare a ritrovare un terreno comune, basterebbe iniziare a pensare che su quella nave di oggi e sulle navi di ieri non ci sono 'loro' ma esseri umani, della cui comunità facciamo parte anche 'noi' con alterne fortune. Come Naga continueremo a monitorare la situazione e a sostenere le iniziative dei sindaci obiettori". (dp)