Carcere, Dap frena gli allarmismi: “Possibile compensare sovraffollamento”
ROMA - “Gli allarmismi disinformati e approssimativi fanno male al nostro paese, all’amministrazione penitenziaria, all’entusiasmo non solo di chi opera nell’amministrazione con senso del dovere, ma anche alle migliaia di volontari che sono disponibili ad aiutare i detenuti” e ancora “sono stanco di questo massacro mediatico in negativo esagerato e catastrofico come se ogni giorno ci fossero rivolte o incendi”. A chiedere chiarezza e correttezza nell’informazione sul pianeta carcere è il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, intervenuto durante la presentazione del Pre-Rapporto 2017 di Antigone sulle carceri in Italia. Un rapporto che ancora una volta evidenzia un “pericoloso” aumento della popolazione detentiva che, secondo il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, se non si dovesse intervenire rischierebbe di riportare l’Italia in soli “tre o quattro anni alla situazione che ha causato la sentenza di condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo”.
Per Santi Consolo - che ha sottolineato l’importanza della “trasparenza nell’ambito dell’amministrazione penitenziaria” da vivere “come uno stimolo a migliorare e non un’intrusione estranea che si contrappone all’amministrazione” - quando si parla di sovraffollamento bisogna tener conto anche di altri dati, come i posti detentivi non utilizzati e quelli reperibili in futuro. “Ci sono gli spazi per compensare le allocazioni - ha spiegato Consolo -. In occasioni di mie visite in istituti ho scoperto numerosi posti che nel giro di mezza giornata possono essere utilizzati. Dal primo gennaio 2015 ad oggi sono stati recuperati 1.576 posti detentivi, ma l’incremento effettivo è stato più basso per una circostanza: alcuni istituti sono stati chiusi. Moltissimi erano assolutamente inadeguati. Inoltre, altri 478 posti hanno avuto diversa destinazione d’uso. Ci sono gli spazi per far fronte a questo momento? Ci sono, potendo conciliare benessere detentivo e sicurezza”. Per Consolo, però, serve anche un controllo sui lavori che riguardano gli istituti penitenziari. “Bisogna essere pressanti con le imprese che vergognosamente falliscono anziché definire i padiglioni e gli istituti che devono essere ultimati - ha detto Consolo -. Voglio anche un controllo anticorruzione su quello che accade in questo settore”.
Secondo il capo del Dap, per avere una prospettiva reale riguardo al futuro, quindi, bisogna valutare anche quel che è in fase di realizzazione. Solo così si può capire se la situazione generale “non è compensativa anche dell’eventuale aumento della popolazione detenuta. Per le donne madri, ad esempio, noi abbiamo fatto una ricognizione e abbiamo molti più posti a disposizione di quante sono le donne madri ristrette”. Buone notizie anche sul fronte delle misure alternative d’ufficio. “Stiamo monitorando lo strumento. Il risultato è stato encomiabile tanto che ho scritto una lettera d’elogio ai direttori perché abbiamo recuperato 1.100 misure alternative con le proposte d’ufficio che hanno compensato l’aumento della popolazione penitenziaria”. (ga)