Dalle barriere architettoniche al benessere ambientale: la sfida del Criba
REGGIO EMILIA - Informazione, formazione, consulenza e ricerca. Sono gli ambiti in cui è attivo il Criba di Reggio Emilia, acronimo di Centro regionale di informazione sulle barriere architettoniche poi modificato in Centro di informazione sul benessere ambientale (servizio finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e promosso dal Cerpa, Centro europeo di ricerca e promosione dell’accessibilità). “Un cambiamento fondamentale in termini di strategia culturale – spiega Leris Fantini della Direzione tecnica di Criba, servizio finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e promosso dal Cerpa, Centro europeo di ricerca e promosione dell’accessibilità – perché l’abbattimento delle barriere architettoniche è solo una parte delle politiche rivolte all’inclusione delle persone con disabilità”. Istituito nel 2000 per individuare le soluzioni più efficaci e idonee per aumentare i livelli di accessibilità e fruibilità del territorio da parte delle persone disabili (così come previsto dalla Legge regionale 29/1997 sulla vita autonoma e l’integrazione sociale dei disabili), il Criba è diventato, in 16 anni di attività, un esempio anche per altri territori, “nel 2007 siamo stati chiamati a Roma, alla Conferenza Stato-Regioni, per spiegare il modello del Criba che l’Associazione Cerpa Italia onlus ha cercato di diffondere in altre regioni”. Sono nati così il Criba del Friuli, il Crid della Toscana e un network in cui aderiscono altri centri di eccellenza e di valenza regionale. Il Centro ha una convenzione con il Comune di Reggio Emilia che ospita il servizio e riceve finanziamenti regionali annuali, “in genere approvati in autunno per l’anno in corso – afferma Fantini – con conseguente difficoltà di programmazione delle attività, di realizzazione delle iniziative in corso e di gestione del personale dipendente”. Al Criba lavorano 7 persone, che a loro volta fanno riferimento per le diverse specializzazioni ai soci del Cerpa, in media ogni anno si eseguono circa 400 consulenze e il 30% richiede diverse ore e giorni di lavoro, “ma i contatti sono molto più alti”, con richieste che arrivano da tutta la regione, “e qualcuna anche da altri territori – aggiunge – Per noi è un motivo di soddisfazione ma è anche un segnale che in altre regioni manca un servizio come il nostro”.
Il principio a cui si ispira l’attività del Criba è l’inclusione attraverso l’universal design, il design per tutti. “L’obiettivo è scardinare l’immagine di pietismo verso le persone con disabilità – spiega Fantini – Nella nostra banca dati sui prodotti, ad esempio, ci sono informazioni su ciò che sul mercato risponde ai requisiti funzionali delle persone disabili senza per questo essere prodotti speciali per utenti speciali che spesso hanno prezzi non sostenibili, sono esteticamente brutti e non sempre accettati”. I prodotti presenti non sono relativi solo al settore socio-sanitario, ma anche all’edilizia, all’elettronica e a tutto ciò che facilita la progettazione. “Dove c’è accessibilità può esserci la piacevolezza, la bellezza, basta immaginarsi un’accessibilità “trasparente””, aggiunge Fantini. Altre banche dati raccolte dal Criba (il sito attualmente è in fase di aggiornamento) sono quelle delle domande frequenti, delle buone pratiche progettuali sull’accessibilità e quella bibliografica (unica nel suo genere per dimensione e specificità), “stiamo per avviare una collaborazione con gli ordini professionali dell’Emilia-Romagna con l’obiettivo di metterla a loro disposizione”. La formazione viene fatta ogni giorno attraverso la consulenza e attraverso i convegni annuali decisi anno per anno sulla base degli accessi e delle domande che riceve o attraverso piccoli eventi formativi come laboratori, gruppi di lavoro, workshop esperienziali. “Vogliamo aprire le menti dei progettisti sulla disabilità diffusa, l’inclusione a tutto campo e la diversità come risorsa – spiega Fantini – È per questo che anche durante le consulenze, attività che richiede molte ore di lavoro, cerchiamo non solo di risolvere i problemi dei progettisti e facciamo al tempo stesso formazione e informazione, allargando lo spettro delle loro conoscenze. L’entusiasmo provocato si trasforma spesso in una fidelizzazione del progettista verso il servizio – continua – La ricerca sviluppata dal Criba è limitata alle poche risorse economiche messe in campo”.
Una delle esperienze più recenti del Criba è in ambito sanitario. “Stiamo portando il tema dell’accessibilità all’interno gli ospedali – afferma Fantini –, edifici che dovrebbero essere sicuri e accessibili e che invece contengono diverse criticità progettuali sia in termini di accessibilità che di sicurezza”. Finora il Criba ha collaborato con l’ospedale di Cona (Ferrara), “dove abbiamo apportato miglioramenti al sistema di orientamento all’interno della struttura”, Santa Maria Nuova e il Core di Reggio Emilia, l’ospedale dei bambini di Parma, il padiglione 26 del Sant’Orsola di Bologna ed è entrato nel gruppo di lavoro regionale sull’umanizzazione degli ospedali all’interno dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).
Attraverso il Cerpa, il Criba ha stipulato protocolli con la Federazione regionale degli architetti, la Federazione regionale delle Acer, con il Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio ed è presente nella rete nazionale Civinet.
“In buona sostanza l’approccio non riguarda solo l’atteggiamento progettuale concentrato più sulle persone che sulle cose ma a un approccio più parsimonioso e attento ai reali bisogni delle persone, limitando gli inutili costi sociali che l’attuale cultura “general-generica” produce e su cui la politica in generale è poco attenta”, aggiunge Fantini. “Siamo orgogliosi di questi risultati che hanno portato anche a una collaborazione per uno scambio di buone pratiche fra una città a misura d’uomo come Reggio Emilia e una metropolitana come Milano – conclude – Inoltre il Criba è stato assunto come modello nel report italiano sull’attuazione della Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità presentata a Ginevra lo scorso agosto dall’Osservatorio nazionale. Per noi è un grande risconoscimento”. (lp)