Diritti dei disabili, "la classe politica siciliana dia risposte concrete"
PALERMO - Lottare con tutte le forze per fare valere i diritti delle persone con disabilità ma passando inevitabilmente anche dai doveri degli enti pubblici. E' il pensiero di fondo di Salvatore di Giglia presidente dell'ufficio nazionale del garante dei disabili di Palermo che si esprime a proposito delle recenti iniziative che hanno coinvolto il mondo della disabilità nella rivendicazione dei diritti e dei servizi che ancora in Sicilia sono quasi inesistenti.
"Il nostro ufficio - dice - si è posto la mission di rivendicare i diritti delle persone con disabilità di vario tipo e di garantirne la eventuale tutela nella fase extragiudiziaria e/o giudiziaria - afferma Salvatore Di Giglia -. La situazione vigente nel nostro Paese ci impone di diversificare il nostro impegno, non solo nella direzione della originaria volta alla tutela dei diritti ma anche in quella di 'spingere all’adempimento del dovere' le persone o gli enti che a ciò sono tenuti per legge. La strategia di sollecitare all’adempimento del dovere giuridicamente sancito, quindi, oggi deve divenire per noi prioritaria e concorrente rispetto alla esigibilità del diritto mediante la tutela giudiziaria".
"Viene immediatamente da pensare che l’intervento sul fronte del 'dovere' operando sul piano prevalentemente etico-culturale-formativo - continua Di Giglia -, possa incidere a distanza di molto più tempo e sortire effetti di gran lunga più veloci. Non posso astenermi dal collegare queste riflessioni con il momento culturale che si sta vivendo in Sicilia, nel campo della disabilità e con il movimento che si è creato contro la politica, che è stata platealmente smascherata dalla società siciliana per la 'totale e colpevole disattenzione' mostrata verso le primarie necessità delle persone con disabilità gravi". "La marcia silenziosa del 12 aprile scorso - aggiunge infine Salvatore Di Giglia -, per come si è svolta, per i suoi contenuti e per il risultato conseguito, non è stata una manifestazione di protesta ma un raduno di persone disabili che hanno voluto dire che esse 'ci sono' e che intendono sollecitare al dovere l’Ars ed il Governo regionale a dare risposte concrete. Anche, quindi la forte partecipazione alla marcia, il sostegno al movimento e gli appelli di personaggi pubblici, hanno rappresentato delle significative ed indispensabili spinte all’adempimento del dovere rivolte alla classe politica siciliana". (set)