18 marzo 2014 ore: 13:08
Giustizia

Expo, nessun controllo antimafia sugli appalti per i padiglioni stranieri

La denuncia del presidente della commissione consiliare antimafia di Milano. Ci sono in gioco 1,3 miliardi di euro. Il rischio è che s'infiltrino aziende legate alla criminalità organizzata e ci siano casi di lavoratori in nero
Expo 2015. Lavori in corso

MILANO – Gli appalti per la costruzione dei padiglioni dei Paesi stranieri valgono 1,3 miliardi di euro. Chi controllerà che la mafia non ci metta le mani? Nessuno. I protocolli firmati da Regione, Comune, Prefettura per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata non sono applicabili agli appalti gestiti da Governi di altri Paesi. Nessuno quindi potrà fare controlli preventivi sulle imprese che eseguiranno i lavori. Tutti i contratti "si inquadrano al di fuori della normativa sugli appalti e del codice antimafia, in quanto il soggetto giuridico che stipula i contratti non può configurarsi come pubblica amministrazione", scrive sul suo blog David Gentili, presidente della Commissione consiliare antimafia. Anche contro la manodopera a basso costo le autorità italiane hanno le armi spuntate, quando il datore di lavoro è un Paese straniero.

Gli appalti più importanti sono quello della Cina (che investirà 50 milioni di euro per la sua realizzazione), Stati Uniti (40 milioni), Germania (40 milioni) e Russia (33 milioni). Finora sono 144 le adesioni dei Paesi (oggi, 18 marzo, firma anche la Bulgaria), 19 i progetti presentati, altri 11 dovrebbero essere completati a breve. In totale sono 97 i contratti firmati. Saranno 5 mila le aziende di costruzioni create per Expo, 1.600 quelle impiegate per trasporto e facchinaggio, 2 mila per alloggio e ristorazione, altre 1.500 per servizi d'informazione e comunicazione. Una marea di lavoratori che ancora deve entrare nei cantieri. A questo si aggiunge un problema culturale, precisa Gentili: gli altri Paesi non hanno la stessa attenzione all'infiltrazione mafiosa. Per questo, aggiunge Gentili, "sarà fondamentale individuare un testimonial d'eccezione", come Nicola Gratteri o Roberto Saviano, "che possa spiegare l'importanza di tutelare la libera concorrenza e combattere gli interessi mafiosi a 360 gradi". (lb) 

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