Migranti, paga lo Stato, ma a Bologna non si affitta per l'accoglienza
L'affitto e' garantito dal sistema ministeriale, ma a Bologna non si trovano proprietari disposti a dare in locazione alloggi per l'accoglienza diffusa di richiedenti asilo e minori stranieri non accompagnati. A segnalarlo la direttrice dell'area Benessere di Comunita' di Palazzo D'Accursio, Maria Adele Mimmi, in commissione: "Non stiamo trovando disponibilita' di alloggi da affittare, e' questo il punto su cui ci stiamo arenando. Non si trovano in citta' e nell'area metropolitana proprietari disponibili". Limite che frena il superamento dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e, allo stesso tempo, impedisce al Comune di abbattere le spese a proprio carico per le comunita' che ospitano i minori.
Nel bilancio 2018 del Comune, alla voce "servizi per l'immigrazione" sono destinati 18,686 milioni di euro: voce in aumento rispetto al 2017 perche', ricorda Mimmi, Bologna e' diventata capofila del bando metropolitano e dunque la relativa gestione finanziaria passa per il bilancio di Palazzo D'Accursio. La voce in uscita e' quasi del tutto coperta da entrate corrispondenti (17,465 milioni) perche' "si tratta in massima parte di interventi finanziati dallo Stato attraverso il sistema di progettazione Fami e Sprar", spiega la dirigente. In piu', ci sono le spese per i minori stranieri non accompagnati, che nel bilancio rientrano nella voce minori e famiglie (in totale 24,2 milioni): per il 2017 si parla di sei milioni di euro, ma in questo caso solo la meta' (3,2 milioni) viene rimborsata dallo Stato perche', per la parte relativa all'accoglienza in struttura, arrivano 45 euro a minore a fronte di una spesa media per il Comune di 85. Se le cose resteranno cosi', sul 2018 si prevede la stessa spesa. L'obiettivo, pero', e' abbattere la quota in capo al Comune.
Ad oggi, un centinaio di minori sono inseriti nello Sprar e quindi c'e' il rimborso totale. Altri 200, invece, sono in struttura. Ma poiche' il ministero ha autorizzato 350 posti Sprar, "se riuscissimo ad attivare gli altri 250 posti tra Bologna e provincia- afferma Mimmi- sposteremmo tutti i minori che abbiamo nelle comunita' alloSprar e, allora, la spesa corrisponderebbe a quello che lo Stato ci rimborsa", cosi' a quel punto "la spesa sul nostro bilancio potrebbe decisamente scendere, quasi fino ad azzerarsi". Servirebbero una trentina di appartamenti mediamente da otto posti, che e' la dimensione considerata ottimale. Ma non se ne trovano, anche se "i gestori stanno cercando moltissimo", spiega Mimmi, sottolineando poi che "il pagamento dell'affitto sarebbe garantito dal sistema ministeriale".
Lo stesso discorso vale per l'accoglienza degli adulti. Anche in questo caso "l'obiettivo e' superare i Cas ma il limite e' la ricerca di spazi", segnala Mimmi, rispondendo alle critiche ribadite da Lega nord e Fi sulla destinazione di Villa Aldini all'accoglienza. "Si sta realizzando una seconda Villa Salus nella struttura piu' bella della citta'", protesta la leghista Francesca Scarano, mentre il forzista Francesco Sassone sottolinea che gia' solo l'esclusione dai tour turistici della vista da Villa Aldini su Bologna "e' un grave danno". Il Comune ribadisce l'intenzione di superare questo e gli altri Cas, perche' cosi' "accelereremmo il processo di integrazione e allo stesso tempo- afferma Mimmi- risolveremmo altre cose, com'e' evidente per Villa Aldini", ma anche qui servirebbero alloggi per l'accoglienza diffusa. In questo caso, invece, non ci sarebbero risparmi per il Comune perche' la gestione di Villa Aldini e' in capo alla Prefettura. (DIRE)