18 settembre 2015 ore: 11:49
Disabilità

"Virtual eyes": occhiali per ciechi che trasformano le immagini in suoni e vibrazioni

Li ha creati Massimiliano Salfi, docente d’informatica all’Università di Catania, per la figlia 11enne che, 3 anni fa, ha scoperto di avere la retinite pigmentosa. “Voglio consentire a chi è cieco di fare qualsiasi attività, senza bisogno di aiuto”. Il progetto tra i finalisti al “Think for social”
"Virtual eyes"
"Virtual eyes"

CATANIA – Un paio di occhiali e una cintura permetteranno a chi è cieco di poter vedere. Come? Grazie a un software progettato da Massimiliano Salfi, docente d’informatica all’Università di Catania, che consente di trasformare le immagini in suono o vibrazioni. La vera novità però è che “Virtual eyes”, questo il nome scelto dal suo creatore, è stato caricato su una piattaforma di condivisione online, in modo da permettere a utenti del web di poterlo migliorare aggiungendo “mattoncini”, ovvero nuove funzioni, al progetto originario. L’obiettivo è creare un software in grado di rispondere a tutte le esigenze di una persona cieca consentendogli di essere autonomo. “Non si tratta solo di poter leggere, riconoscere un colore o evitare gli ostacoli – spiega Salfi – Il mio intento è realizzare un programma in grado di consentire a chi è cieco di poter svolgere qualsiasi attività. Anche quelle che oggi richiedono l’aiuto di un’altra persona”.

- Massimiliano Salfi ha iniziato a pensare agli “occhiali virtuali” 3 anni fa dopo che la figlia, che oggi ha 11 anni, ha iniziato a mostrare i primi sintomi della retinite pigmentosa, una malattia degenerativa della retina che col tempo porta alla cecità e per la quale al momento non esiste una cura. “Ho pensato a un modo per aiutarla e mi è venuta in soccorso la tecnologia – continua Salfi – Tutto è partito dalle tesi dei miei studenti. Ai ragazzi che venivano in dipartimento chiedevo di lavorare a programmi per smartphone o tablet utili per le persone disabili. Da lì ho iniziato a pensare a qualcosa di più concreto e con alcuni di loro abbiamo cominciato a lavorare al progetto Virtual eyes”. Dopo mesi di lavoro Salfi ha messo a punto un primo prototipo e ha deciso di caricare sul web disegni, appunti e materiali utili a poterlo realizzare. “Non ho mai pensato di mettere in produzione gli occhiali – dice Salfi – abbiamo deciso di condividere quest’idea con tutti dando la possibilità alle persone di poterseli costruire da soli e a chi ne abbia voglia di aggiungere dei ‘mattoncini’ al programma aumentandone le funzioni”.

Oggi la piattaforma indossabile, Virtual eyes wear, è tra i primi 10 progetti selezionati (su 428 in gara) al “Think for social”, un’iniziativa promossa da Fondazione Vodafone Italia, in collaborazione tecnica con PoliHub (l’incubatore del Politecnico di Milano), al fine di scoprire e sostenere innovazione capaci di sfruttare la tecnologia per rispondere al meglio ai bisogni sociali. Il passo successivo è riuscire a rientrare tra i primi 3 vincitori in modo da accedere al finanziamento in palio e poter continuare a lavorare al miglioramento del dispositivo. (Dino Collazzo)

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