Quote migranti, la Commissione Ue: nessun contrasto con la Francia
BRUXELLES - Le posizioni della Francia e della Commissione europea "non sono incompatibili" sul meccanismo di ricollocamento temporaneo per i richiedenti asilo dagli Stati in prima linea che si trovano in situazioni di emergenza. Lo sostiene la portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud, che ha riferito: "Su questo la Commissione ha contattato Parigi e può contare sul sostegno".
Il chiarimento arriva dopo il "no" di Parigi alle quote obbligatorie per l'accoglienza in Europa, votate alcuni giorni fa, a cui sono seguiti i dubbi della Spagna, che ieri ha chiesto di rivedere i criteri di distribuzione. Oltre al rifiuto già espresso da Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria.
"Con la Francia non c'è alcun problema su solidarietà e responsabilità, si deve lavorare solo sui criteri e le modalità di distribuzione dei migranti", ha rassicurato il sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi, intervenuto al Consiglio affari generali a Bruxelles. "La Francia sopporta insieme ad altri Paesi come Italia e Svezia uno degli oneri maggiori in Europa (per pressione migratoria) - ha specificato Gozi - e ha interesse a lavorare per rendere effettiva la solidarietà tra i Paesi".
Al momento c'è confusione tra chi deve rientrare nelle quote, secondo Gozi. "C'è la necessità di andare nel dettaglio. Ora si parla di rifugiati, richiedenti asilo, migranti economici, è stato tutto mescolato. Nella proposta della Commissione che riguarda l'immediato, si parla solo di richiedenti asilo".
L'Italia, insieme ad altri Paesi, ha chiesto di sfruttare alcune clausole relative a situazioni di crisi umanitarie e di necessità di ricongiungimento familiare, contenute nel Regolamento di Dublino, documento principale dell’Unione in tema di diritto d’asilo. È stato sottoscritto anche da paesi non membri, come la Svizzera. "In particolare abbiamo invocato l'articolo 17 di Dublino III - ha riferito Gozi - che permette di ricevere aiuto in situazione di emergenza. Si collega all'articolo 78.3 del Trattato di Lisbona". Anche l'articolo 78.3, infatti, permette di adottare misure temporanee a beneficio di uno o più Stati membri. "Dublino è in parte obsoleto ed è da modificare", ha aggiunto il sottosegretario.
È tornato intanto sul tavolo del Consiglio il progetto di un sistema europeo comune di asilo. "L'Italia lo appoggia dalle conclusioni del Consiglio di ottobre scorso in Lussemburgo". (Giovanni De Paola)